La segnalazione di un gommone in difficoltà sarebbe stata diramata con un ritardo di circa nove ore e avrebbe messo a rischio le vite di 27 migranti, tra i quali otto donne e sei bambini. È questa la denuncia della ong Mediterranea Saving Humans che, con la sua nave Mare Jonio, ha seguito il caso contattando le autorità maltesi e italiane.
Da Mediterranea parlano di «troppe incongruità» nell’episodio, e lamentano «un lasso di tempo di nove ore in cui autorità di paesi dell’Unione europea avevano contezza di una barca in pericolo con decine di persone a bordo e non ne hanno dato segnalazione né hanno approntato degli interventi di soccorso. Un comportamento – denunciano gli attivisti a bordo – irresponsabile, oltre che illegittimo». L’obbligo di legge, infatti, sarebbe di diramare le segnalazioni di barche in difficoltà su canali che possano raggiungere chiunque si trovi in quel tratto di mare.
Stando alla ricostruzione della vicenda fatta dalla ong, alle 19.30 di ieri da Malta sarebbe arrivata la segnalazione con richiesta di soccorso per un gommone con circa 30 persone a bordo a 70 miglia da Lampedusa. La Mare Jonio, a quel punto, avrebbe dato la propria disponibilità alle autorità maltesi di collaborare e si sarebbe diretta verso la zona indicata, rispetto alla quale si trovava a una distanza di circa quattro ore di navigazione. «Ci siamo precipitati immediatamente – dichiarano dallo staff a MeridioNews – avvisando Malta dei nostri spostamenti. Intorno alle 22.10, però, da La Valletta ci rispondono che il caso era chiuso». Una dicitura che potrebbe voler dire qualsiasi cosa e sulla quale dalla ong chiedono ulteriori delucidazioni: «Ci è stato risposto che l’imbarcazione aveva raggiunto autonomamente le acque territoriali di Lampedusa».
«Come è possibile? Come poteva trattarsi – si chiedono da Mediterranea – dello stesso natante che solo alle 19.30 era stato segnalato a circa 14 ore di navigazione dall’isola italiana?». Le incongruenze segnalate dalla ong riguardano gli orari che sembrerebbero non combaciare. Dal centro di coordinamento marittimo della guardia costiera di Roma, cui gli attivisti scrivono per chiedere spiegazioni, sarebbe arrivata la comunicazione che la segnalazione del gommone risaliva, in realtà, alle 10.30 e non alle 19.30. «È assurdo – denunciano gli attivisti – che una segnalazione arrivata di mattina venga divulgata la sera come se fosse appena giunta. A quanto pare, le autorità maltesi e quelle italiane non si erano coordinate tra loro nell’arco di quelle nove ore e non avevano diramato alcun avviso. Quante altre volte è accaduto? – è il dubbio di Mediterranea – Siamo certi che, in altri episodi simili, non ci siano stati dei morti di cui nessuno ha parlato? È per circostanze come queste che diventa ancora più importante il nostro lavoro quotidiano di testimonianza, di monitoraggio e di denuncia perché – concludono – senza testimoni può succedere qualsiasi cosa senza che nessuno ne sappia nulla».
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