Goletta Verde, a Palermo otto siti fortemente inquinati Zanna: «Un quadro molto negativo e istituzioni assenti»

Su dieci spiagge l’acqua di ben otto lidi nel Palermitano si è rivelata «fortemente inquinata», in alcuni casi con una carica batterica «ben oltre le soglie consentite dalla legge». Questa la fotografia che emerge dal report di Goletta Verde per la stagione estiva 2016 presentato stamane nel capoluogo, alla Cala, per illustrare i risultati della storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. Un quadro «stabile, ma molto negativo»: Palermo da parecchio tempo occupa gli ultimi posti sotto il profilo della pulizia delle acque e, rispetto alla Sicilia, le spetta di diritto la maglia nera. Su 26 siti controllati dai tecnici di Legambiente, infatti, 17 sono risultati fuorilegge: di questi, quasi la metà sono nel capoluogo. Un dato allarmante, sottolineato anche dal presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna che da tempo invoca l’intervento delle amministrazioni e della Regione.

«In Sicilia si conferma un quadro purtroppo molto negativo: su 27 siti analizzati 17 sono fortemente inquinati e di questi dieci solo a Palermo. Negli ultimi anni abbiamo focalizzato il monitoraggio in alcuni siti che ci preoccupano particolarmente – Gela, Siracusa, Castelvetrano e a Carini – perché, nonostante la presenza dei depuratori, registriamo da anni valori allarmanti. Sospettiamo che siano guasti: non possiamo dirlo con certezza, ma questi dati sono l’ennesima conferma. Per questo rivolgiamo un invito alle procure a intervenire, sulla scorta di quanto accaduto a Barcellona. Gli uffici, anche su nostra segnalazione, hanno sequestrato alcuni depuratori nel tratto di costa compreso tra Barcellona, Patti e Milazzo: invitiamo le altre procure a fare altrettanto».

I prelievi e le analisi sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il 4 e l’8 luglio 2016. A Palermo sono risultati fortemente inquinati otto siti: la spiaggia tra la Capitaneria e il vecchio oleificio al porto di Termini Imerese; il piano Stenditore lungomare a Porticello ( Santa Flavia); la spiaggia tra la chiesa e l’ospedale Buccheri La Ferla, la Bandita; la foce Nocella, in contrada San Cataldo, tra Terrasini e Trappeto; lo scarico fognatura di Terrasini, vicino la diga foranea del porto; lo sbocco dello scarico di fronte corso Mattarella a Villagrazia di Carini; lo sbocco del depuratore presso la foce del torrente Chiachea, sempre a Carini e alla foce del torrente Pinto a Trappeto.

«A Palermo il quadro si conferma stabile, ma molto negativo – prosegue – forse il peggiore in Sicilia. Solo due punti sono risultati nella norma, ma vanno fatte delle considerazioni: la spiaggia di Sferracavallo è una new entry, ha preso il posto di Vergine Maria, quindi non possiamo fare confronti con il passato». Nell’altro caso, invece, la spiaggia di Aspra, è da tempo sotto stretta osservazione da parte dei tecnici di Legambiente. Negli ultimi anni l’acqua è sempre risultata fortemente inquinata: questa volta, invece, i risultati sono nei limiti. «Se ci basiamo soltanto sul dato di quest’anno – prosegue – non possiamo che registrare un miglioramento, ma non ne siamo del tutto sicuri. Perché in più occasioni è stata denunciata la presenza di liquami, episodi probabilmente legati a un malfunzionamento del sistema fognario. Non a caso – evidenzia – il sindaco da qualche giorno ha posto nuovamente il divieto di balneazione in quel tratto di mare».

Un quadro sconfortate da anni denunciato da Legambiente che ha lanciato ripetuti appelli, spesso caduti nel vuoto. E al problema strettamente ambientale, si somma quello per la salute dei cittadini che, a volte ignari, frequentano spiagge inquinate. «Non di rado – aggiunge – sono assenti i cartelli che segnalano il divieto di balneazione, l’ennesima infrazione da parte delle amministrazioni. Ci auguriamo – conclude – che la Regione faccia qualcosa: siamo stanchi di nuotare in acque sporche e pagare multe salatissime all’Europa perché non depuriamo come dovremmo».

Antonio Mercurio

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