Un sodalizio radicato, «dedito a organizzare, mediante falsa documentazione, una serie di truffe ai danni dell’Inps, al fine di fare conseguire benefici e indennità a numerosissimi soggetti che venivano fatti risultare falsamente braccianti agricoli». È quanto emerso dall’operazione Impero che ha fatto emergere l’organizzazione criminale che ad Adrano avrebbe messo a segno una serie di truffe per avere le indennità.
All’interno del sistema sono state individuate tre persone considerate appartenenti al clan Santangelo-Taccuni. I provvedimenti, eseguiti dalla polizia, hanno riguardato in tutto dodici persone. Tra queste figurano Pietro Lazzaro, Vito Di Stefano – già detenuto – e Angelo Tomaselli. I tre sono ritenuti esponenti dei Santangelo-Taccuni, clan operante nel territorio di Adrano e considerato un’articolazione della famiglia mafiosa Santapaola-Ecolano. Nella stessa ordinanza emessa dal tribunale etneo sono state applicate misure cautelari per nove persone, tra cui procacciatori di affari, che avrebbero reperito i falsi braccianti agricoli. Le accuse nei loro confronti sono di associazione a delinquere finalizzata ai delitti di truffa e falso.
Le indagini sono partite nel 2018 e sono proseguite fino a tutto il 2020. Dal quadro investigativo è emerso che l’organizzazione criminale, attraverso la collaborazione di ditte fittizie operanti nel settore agricolo, avrebbero predisposto e trasmesso all’Inps le domande per ottenere le indennità di disoccupazione e i connessi benefici fiscali e previdenziali. Insieme agli esponenti maggiori del sistema criminale sono stati indagati più di 80 falsi braccianti agricoli.
I soggetti che dichiaravano di essere dei falsi lavoratori avrebbero versato una quota delle somme ricevute dallo Stato agli stessi organizzatori del sodalizio criminale. Nell’operazione è stato coinvolto anche un ragioniere che sarebbe stato compiacente a ottenere i benefici. Le indennità versate dall’Inps sarebbero andate a soggetti che non ne avrebbero avuto diritto e sarebbero state dirottate agli appartenenti al clan Santangelo-Taccuni. Un sistema criminale collaudato che avrebbe consentito all’organizzazione mafiosa di avere enormi capitali illeciti per un danno stimato di circa 450mila euro.
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