A memoria non si era mai visto che un intero consiglio di un ordine professionale chiedesse le dimissioni del ministro competente sul proprio settore. È quello che è avvenuto nella seduta di oggi del consiglio dell’ordine degli avvocati di Palermo, che ha elaborato un documento con il quale chiede le dimissioni del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. L’esponente pentastellato del governo da ieri è nell’occhio del ciclone per aver affermato, alla trasmissione televisiva Porta a porta, che «quando il reato non si riesce a dimostrare il dolo e quindi diventa un reato colposo, ha termini di prescrizione molto più bassi».
Dichiarazioni che al Guardasigilli Bonafede, che tra l’altro è un avvocato, finora erano valse un generale sfottò sui social. Ora invece la questione, almeno per lui, si fa più seria. Nella nota l’ordine degli avvocati scrive che le affermazioni sono «del tutto errate dal punto di vista tecnico-giuridico» e nonostante ciò «sono state poste a sostegno dell’opportunità della riforma della prescrizione». Una riforma che il M5s vuole fortemente e sulla quale, se non dovesse essere approvata a gennaio, si rischierebbe una crisi di governo. Ecco perché il foro panormita punta il dito su dichiarazioni che «ingenerano pericolosa confusione nell’opinione pubblica», spiegando di nutrire «il fondato timore che le riforme delle regole processuali e sostanziali, in ambito civile e penale, attualmente in discussione, siano quindi basate sulla errata percezione e conoscenza degli istituti giuridici».
La nota è stata trasmessa al Consiglio Nazionale Forense, all’Organismo Congressuale Forense, e al Presidente del consiglio dei ministri. «Il principio di colpevolezza è la norma basilare che regge tutto il sistema penale – dice l’avvocato Michele Calantropo – Il ministro Bonafede ieri ha dato una dimostrazione di grande ignoranza delle norme, considerato che è pure un avvocato. Ha parlato anche di strage colposa, che non esiste, si è avventurato in una serie di dichiarazioni errate. Il diritto principalmente è figlio del buon senso, in questo caso il buon senso è proprio mancato. La nostra presa di posizione è sul diritto, non è di natura politica o preconcetta. Noi ci occupiamo di legge e regolamenti, a preoccuparci è l’inadeguatezza normativa. Se questo il legislatore deve fare attenzione».
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