Gli attivisti di Lentini contro termovalorizzatore dei Leonardi Invito alla coerenza dei tecnici chiamati a valutare il progetto

Gli attivisti di Lentini non ci stanno. Il coordinamento che si è battuto contro la realizzazione di una discarica in contrada Armicci ora guarda con forte preoccupazione ai progetti di espansione della famiglia Leonardi. Non solo il raddoppio della discarica che già così com’è è la più grande della Sicilia. Ma anche la realizzazione del primo termovalorizzatore del’isola, come raccontato da MeridioNews. Il progetto degli imprenditori considerati ormai i re dei rifiuti prevede la costruzione dell’impianto sul territorio di Catania, in contrada Coda Volpe, dove già sorgono le strutture per il pre-trattamento dei rifiuti che poi finisce in discarica. Ma al limite con il Comune di Lentini.

«Su 390 comuni in Sicilia, ben 240 scaricano la loro munnizza nella discarica della Sicula Trasporti tra Lentini e Catania. E ora arriva un nuovo affare dei Leonardi ai danni del nostro territorio», denuncia il coordinamento in una lunga nota in cui si passano in rassegna anche gli aspetti tecnici del progetto. Gli attivisti ricordano il contesto attorno al quale dovrebbe sorgere il gassificatore:
a poco più di 700 metri dall’abitato della collina di Primo Sole; a due chilometri dall’abitato di Vaccarizzo; a un chilometro in direzione Nord-Est si trovano il Sito di Interesse Comunitario Foce del fiume Simeto e del lago Gornalunga, e la Zona di Protezione Speciale Biviere di Lentini;
a quasi due chilometri dalla discarica di Grotte San Giorgio della Sicula Trasporti, e a circa 2,5 chilometri dagli impianti della Sicula Compost.

Nei primi giorni di aprile il progetto del termovalorizzatore ha ricevuto un primo parziale via libera dalla commissione Via-Vas regionale chiamata a dare l’autorizzazione unica ambientale. Il gruppo di tecnici ha dato un parere intermedio favorevole di compatibilità ambientale, ma subordinato a cinque prescrizioni: un aggiornamento di «tutti i parametri di trattamento e produzione (quantità e provenienza dei rifiuti trattati, quantità di gas, di vapore e di energia prodotta)»; «un adeguato piano di monitoraggio ambientale»; «un adeguato piano esecutivo di gestione delle terre» che verranno sbancate; «un adeguato studio degli impatti cumulativi esistenti in relazione alla realizzazione del progetto alle attività industriali esistenti in zona». Infine, prima dell’avvio dell’attività dovrà essere presentato il piano di mitigazione ambientale, e cioè dovranno essere piantati alberi intorno all’area del termovalorizzatore.

Il coordinamento No discarica Armicci, però, punta il dito soprattutto sul presidente della commissione Via-Vas, il professore Aurelio Angelini, da anni accanto agli ambientalisti nelle loro battaglie. Gli attivisti ricordano quando nel 2016 Angelini, parlando degli inceneritori che il ministero della Salute aveva imposto al governo Crocetta, diceva: «Siamo fuori dalle direttive europee ma – come abbiamo visto con gli inceneritori di Totò Cuffaro – la giustizia europea è lenta quasi quanto a quella italiana, ed è arrivata solo dopo cinque anni e solo dopo una denuncia presentata delle associazioni ambientaliste. Quanto ai piccoli inceneritori per ogni discarica, mi permetta di dire che sono delle grandi e stratosferiche cavolate che possono essere dette da venditori di stracci. In Europa si ‘viaggia’ verso la chiusura delle discariche e lo spegnimento degli inceneritori, per scelta europea e per l’impossibilità di smaltire o incenerire i rifiuti soggetti a riciclaggio». 

Oggi gli rimproverano di aver cambiato idea. «Nessun peccato a cambiare idea, ma certo che ce ne passa dal sostenere che le proposte di inceneritori siano “stratosferiche cavolate che possono essere dette da venditori di stracci” al ritenere che “il termovalorizzatore [di Leonardi] risulterebbe particolarmente vantaggioso” e che non abbia impatti ambientali. Non solo, la Commissione sottolinea pure che in assenza di un nuovo Piano dei Rifiuti il termovalorizzatore risulta “coerente con quanto indicato sia dalla pianificazione in materia a livello regionale e provinciale”. Ma come, non si viaggiava “verso la chiusura delle discariche e lo spegnimento degli inceneritori”?». 

Da sottolineare, tuttavia, che quello dato dalla commissione Via-Vas è ancora un parere intermedio e che la valutazione finale dipenderà da come la Sicula Trasporti riuscirà ad ottemperare alle prescrizioni indicate.

Redazione

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