Giuseppe Lupo (PD): “Non vado alla festa di Sant’Agata di Militello”

A QUANTO PARE, CROCETTA E LUMIA AVREBBERO VOLUTO METTERE IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO SICILIANO DAVANTI AL FATTO COMPIUTO. MA L’OPERAZIONE MOLTO ‘ZAFFIGNA’ E’ SVANITA… INTANTO LA COMMISSIONE REGIONALE DI GARANZIA SI APPRESTA A SBATTERE FUORI I DOPPIOGIOCHISTI

Dire che tra PD e Megafono ci sia un po’ di confusione è un eufemismo. Aggiungere che non si sta capendo più nulla forse è più giusto. Sottolineare la presenza di qualche ‘furbo’, o presunto tale, nelle file del Movimento del presidente della Regione, Rosario Crocetta, e del senatore Giuseppe Lumia, è quanto meno ovvio.

Prendiamo il PD siciliano. La Commissione regionale di garanzia ha fatto sapere che non verranno tollerate doppie iscrizioni. Insomma: chi sta nel Partito Democratico non può stare nel Megafono. E viceversa.

Il senatore Giuseppe Lumia, che a Roma fa l’esponente del PD e in Sicilia il dirigente del Megafono è avvertito. 

Una presa di posizione dura. Che non lascia adito a tentennamenti e a dubbi. Poi, però, stasera – articolo che abbiamo pubblicato un’ora fa – scopriamo che a Sant’Agata di Militello, popolosa città della provincia di Messina, PD e Megafono starebbero organizzando, insieme, la Festa Democratica.

Noi pensavamo – e l’abbiamo scritto – che i dirigenti locali del PD avessero organizzato la ‘Festa’ senza la ‘benedizione’ dei vertici regionali del Partito Democratico. Ma da Sant’Agata di Militello ci fanno notare che, tra gli invitati alla ‘Festa’, prevista per sabato e domenica prossimi, c’è il segretario regionale, Giuseppe Lupo.

Lupo era a conoscenza? “Non ne sapevo nulla della presenza dei dirigenti del Megafono – ci dice il segretario regionale del PD siciliano -. Ero stato invitato dai dirigenti del mio Partito. E ho dato subito la mia disponibilità. Leggo che la festa sarebbe stata organizzata insieme con il Megafono insieme. Dunque non ci vado”.

Era, al solito, un tranello organizzato dalla premiata ditta Crocetta & Lumia? A quanto pare, sì. E gli stava pure riuscendo. Se Lupo fosse andato, vedi che bell’inchiappo politico…

Eh già, perché, in questo momento, i rapporti tra Crocetta e Lumia da una parte e il PD dall’altra parte sono tesi. Crocetta e i suoi alleati – Lumia, ma anche la ‘triade eccelsa’ di Confindustria Sicilia: il presidente Antonello Montante e i suoi due ‘alfieri’ Ivan Lo Bello a Giuseppe Catanzaro – non ne vogliono sapere di mollare le poltrone di governo e di sottogoverno.

Il PD ha chiesto una verifica politica e di governo. Ed è, di fatto, passato all’opposizione, dentro e fuori il Parlamento dell’Isola. A complicare la vita già tribolata del Governo sta pensando la Cgil siciliana, con un crescendo rossiniano di denunce sugli imbrogli ‘energetici’ di Crocetta, Lumia e dei loro ‘compari’.

Crocetta e Lumia hanno accusato il colpo. E anche Confindustria Sicilia – che in Giunta se la deve già vedere con l’assessore all’Energia, Nicolò Marino, intenzionato a non lasciar passare le ‘operazioni’ degli ‘industriali dell’immondizia’ (che per ora è l’unica ‘industria’ siciliana che ‘tira’…) – sembra in difficoltà.

Crocetta e Lumia hanno così avviato un’ ‘offensiva di pace’, che era un po’ la strategia dell’Unione Sovietica di Breznev quando era in difficoltà. L’iscrizione al gruppo parlamentare del PD annunciata da Crocetta e il tentativo di mettere nel ‘sacco’ il segretario regionale Lupo a Sant’Agata di Militello rientrano.

Ma le due mosse di Crocetta e Lumia sono fallite. Il presidente della Regione è stato ‘astutato’ dal parlamentare Antonello Cracolici. Che ha ricordato al governatore che il PD, a Sala d’Ercole, è ormai all’opposizione. E che quindi, Crocetta, iscrivendosi al gruppo parlamentare del PD, si ritroverebbe ad essere all’opposizione di se stesso…

Per carità, visto lo ‘stile’ governativo di Crocetta e di alcuni suoi assessori – e visti i magri risultati ottenuti – Crocetta avrebbe tutto da guadagnare ad essere all’opposizione di se stesso. Con il dimezzamento potrebbe sempre rievocare un celebre personaggio di un romanzo di Italo Calvino, dando perfino un tocco ‘intellettuale’ al suo Governo…

E’ fallito anche il tentativo di organizzare una ‘Festa’ a coda di topo a Sant’Agata di Militello, perché il segretario Lupo non ha ‘abboccato.

Le cronache di stasera registrano anche una dichiarazione dell’onorevole Nino Malafarina, molto vicino al presidente Crocetta e, ovviamente, esponente del Megafono e parlamentare regionale. La sua dichiarazione, rilasciata all’Adnkronos, è stata postata su facebook. Leggiamola.

“Capisco che il PD possa rivendicare rispetto per proprie regole interne e chiederlo a Crocetta – dice Malafarina -. Mi sembra, invece, incomprensibile e fuori di luogo la pretesa di decidere cosa debba fare il Megafono, che non appartiene solo al presidente Crocetta, ma è un movimento di idee, di persone che vogliono restituire a questa terra dignità, sviluppo e lavoro. Nessun altro partito o altra forza politica è abilitata a decidere del pensiero altrui”.

Di fatto, se le parole hanno ancora un senso, Malafarina sta smentendo Crocetta e Lumia, i quali, da sempre, sostengono (ma ovviamente nessuno ci crede) che il Megafono non è altro che una ‘costola’ del PD. Al quale lo stesso Megafono dovrebbe federarsi.

Malafarina, a quanto pare, non solo non la pensa come il presidente della Regione e il senatore, ma precisa pure che “la richiesta di scioglimento del nostro gruppo ci lascia indifferenti (il riferimento è al gruppo parlamentare del Megafono all’Ars ndr). Il Megafono ha rappresentato un valore aggiunto, che ha portato all’elezione al primo turno di Bianco a Catania, da sempre feudo del centrodestra, così come questa Regione, che per la prima volta ha un presidente di sinistra”.

“Lancio allora un appello – conclude Malafarina – finiamola con questo continuo teatrino del rimpasto e pensiamo alle cose da fare per rendere la Sicilia una terra in cui si possa finalmente vivere in maniera normale. Bilancio, semplificazione, sviluppo, province, precari sono fatti che non aspettano, questioni a cui dobbiamo dare subito una risposta”.

Insomma, per Malafarina le poltrone non si toccano. Attendiamo sviluppi.

Redazione

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