I legali del ginecologo palermitano accusato di violenza sessuale presenteranno lunedì 13 novembre la richiesta di riesame contro la custodia cautelare nei confronti del loro assistito. Il primario di Uroginecologia al Cervello di Palermo, Biagio Adile, infatti, dal 2 novembre si trova agli arresti domiciliari dopo la denuncia di una sua paziente, una tunisina di 28 anni. Gli avvocati Antonino Agnello e Andrea Treppiedi con la richiesta di riesame chiederanno l‘annullamento della ordinanza per mancanza di gravi indizi di colpevolezza.
«La censura si fonda sulla oggettiva circostanza che, in mancanza del sequestro del telefono cellulare con il quale si asserisce essere stata fatta la registrazione video/audio, si è verificata una irreparabile lesione del diritto di difesa, stante che ci si ritrova – affermano in una nota – nella assoluta impossibilità di potere eseguire su di esso ogni opportuna verifica».
«D’altra parte nessun elemento esiste che possa ricondurre ad Adile – proseguono – tale registrazione, stante che egli non compare mai in essa, né mai viene nominato. Si eccepirà pure la mancanza della esigenza cautelare della pericolosità sociale, frutto soltanto di mera supposizione, anche alla luce della ultraquarantennale specchiata attività professionale del dottor Adile». La tunisina è arrivata in Italia senza permesso per trovare lavoro e curarsi da una malattia di cui soffriva da anni. Adile l’aveva operata e, secondo l’accusa, gli episodi di violenza subiti sarebbero due: uno avvenuto nello studio privato del medico, l’altro in ospedale.
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