Cinque uomini vestiti di scuro con guanti, berretti e zainetti sulle spalle. Così si sarebbero abbigliati per rubare liquori e altre bevande alcoliche conservati all’interno di un capannone nella zona Carrubba di Giarre. La polizia, per impedire il furto, ha messo in atto un servizio di osservazione che ha permesso anche di cogliere i flagranza i cinque che sono stati arrestati, tutti pregiudicati.
Si tratta di Orazio Giovanni Signorelli (classe 1958); Giuseppe Zappalà (classe 1994) già sottoposto alla misura di
prevenzione della sorveglianza speciale; Santo Ravasco (classe 1994) già agli arresti domiciliari; Rosario Puglisi (classe 1991), e Gioacchino Orazio Palazzolo (classe 1992) ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di tentato furto aggravato. A Ravasco viene contesta anche l’evasione, mentre a Zappalà pure l’inosservanza
degli obblighi della misura della sorveglianza speciale.
Nell’ambito delle attività investigative, condotte dalla squadra mobile catanese, nella serata dell’8 maggio, è emerso che Signorelli – soggetto
con precedenti penali per reati contro il patrimonio – insieme agli altri componenti del gruppo, avrebbe dovuto commettere il furto. Così, il personale della sezione rapine e della sezione contrasto al crimine diffuso ha predisposto di monitorare il perimetro dello stabilimento e le possibili vie di fuga.
Nel corso dell’osservazione, gli agenti hanno notato l’arrivo dell’auto di Signorelli con a bordo
altri quattro uomini.
Scesi dall’auto, la macchina si è allontanata.
I quattro sono entrati nel capannone, mentre Signorelli controllava il possibile arrivo delle
forze dell’ordine. Dopo alcune ore, durante le quali si sentivano provenire dall’interno rumori di flex e colpi di martello, è scattato il sistema di allarme dello stabilimento che ha messo in fuga i quattro, poi caricati a bordo della macchina da Signorelli.
Fermati, i cinque sono stati sottoposti a perquisizione dai poliziotti e trovati in possesso di svariati arnesi per lo scasso, di chiavi e telefoni cellulari per mettersi in contatto tra loro. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, a Signorelli, Ravasco, Puglisi e Palazzolo è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere, mentre a Zappalà la misura
dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
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