Giarre, spunta un debito di quasi 5 milioni di euro L’80% va pagato entro l’anno. Via a indagine interna

È un momento molto delicato quello che sta affrontando l’amministrazione comunale giarrese, che letteralmente all’improvviso si è ritrovata a dover fare i conti con un debito che ad oggi non è ancora possibile quantificare con esattezza, ma che viene stimato approssimativamente tra i 4 e 5 milioni di euro. In questa fase è difficile individuare pure gli effettivi responsabili di un simile caos, ma è certo che una buona fetta del debito – si stima circa l’80 per cento – riguardi passività pregresse e non debiti fuori bilancio. Si parla cioè di fatture di rifiuti, acqua, luce che il Comune dovrà saldare entro e non oltre l’esercizio finanziario corrente. Cioè entro il 2015. 

«Tra una decina di giorni – spiega il sindaco, Roberto Bonaccorsi – avremo un quadro più chiaro. Ho immediatamente avviato un’indagine interna e dato il compito al segretario generale dell’Ente, Rossana Manno, di stilare una relazione in cui si chiarisca punto per punto quale sia la reale situazione. Nonostante l’entità del debito, siamo certi di poterlo ammortizzare grazie a dei fondi già previsti all’interno del piano di risanamento, che prevedeva proprio l’accantonamento di alcune risorse economiche da usare in caso di bisogno». 

Secondo le stime del sindaco, grazie proprio a questi fondi, «almeno un terzo del debito sarà coperto», mentre assicura i cittadini che «in nessun modo saranno costretti a subire un aumento delle tasse». 

Venendo ai capitoli di questo nuovo maxi debito, si tratterebbe, tra gli altri, di circa 1 milione e 100mila euro nei confronti dell’ex Ato Joniambiente rifiuti; circa 2 milioni di euro in bollette della luce non pagate a Edison, Eni ed Enel Sole tra il 2011 e il 2014; 500mila euro di maggiori costi per l’approvigionamento idrico nei confronti di più fornitori per l’anno 2014-2015; 950mila euro come indennizzo a privati cittadini per terreni che vengono vincolati dal Comune ai fini di esproprio. Insieme fanno poco meno di 5 milioni di euro, una cifra considerevole per il bilancio di Giarre: si tratta in sostanza del 25 per cento di tutte le spese correnti di un bilancio annuale del Comune.

Ecco perché l’opposizione non si fida delle parole del sindaco. «La situazione è preoccupante, l’80 per cento di questi debiti va coperto entro l’anno – spiega Tania Spitaleri, capogruppo del Pd – si tratta di almeno 3 milioni e mezzo di euro. Dove li prendiamo? Il tesoretto di cui parla Bonaccorsi ammonta a circa 1,4 milioni, le aliquote delle tasse sono già al massimo per via del piano di rientro, il patrimonio comunale è stato venduto e non abbiamo nemmeno considerato i tagli dei trasferimenti nazionali che per il nostro Comune ammontano a 2 milioni di entrate in meno. Com’è possibile che nonostante i sacrifici, resta uno stato di costante emorragia finanziaria? Dov’è questo rubinetto che perde?». 

Il primo cittadino vuole andare a fondo. «L’aspetto allarmante di questa vicenda – spiega Bonaccorsi – consiste nelle modalità con cui è emersa, non è infatti possibile che debiti vecchi in certi casi anche di cinque anni vengano fuori così all’improvviso. In passato qualche meccanismo procedurale si è inceppato, e adesso sarà necessario raccogliere le informazioni del caso per capire come tutto ciò sia stato possibile e individuare gli eventuali responsabili». La situazione è delicata, come sottolinea anche il presidente della commissione Bilancio, Carmelo Strazzeri: «Intanto è fondamentale definire con certezza l’entità e la natura di questo debito. La domanda che ci poniamo tutti è come si sia potuto accumulare un debito di questa portata. Nel frattempo portiamo avanti una ricognizione straordinaria per vedere se eventualmente c’è dell’altro». 

Un altro consigliere di opposizione, Giannunzio Musumeci, aveva rilevato alcune anomalie. «Durante l’ultima seduta relativa all’attività ispettiva – sottolinea – avevo fatto emergere delle fatture, riguardanti l’energia elettrica, non pagate per un ammontare di 1,7 milioni di euro, chiedendo come mai non fossero state appunto pagate. Subito dopo il dirigente, durante la ricognizione dei debiti ha scoperto gli altri 3 milioni di euro anch’essi non inseriti nel piano di riequilibrio».

Salvo Catalano

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