I sindaci del diciassettesimo distretto sanitario considerano nullo l’accordo stipulato il 25 maggio con l’assessorato regionale in merito alla difficile situazione dell’ospedale di Giarre. Il documento che aveva aiutato a spegnere la rivolta dei cittadini del Comune ionico adesso non viene più considerato una vittoria. Pomo della discordia tra i sindaci e l’Asp di Catania sarebbero i reparti promessi e sì attivi – radiologia, ambulatorio e analisi – ma non autorizzati all’uso per i casi di urgenza. Proprio sulle emergenze il presidio ospedaliero di Giarre rimane scoperto, visto che il Pte – Presidio territoriale d’emergenza creato dopo la chiusura del pronto soccorso avvenuta il 27 aprile – non prevede la possibilità di gestirle. In più a Riposto, paese dove, secondo l’accordo, ci sarebbe dovuta essere un’ambulanza medicalizzata, è stato consegnato il mezzo con la strumentazione adatta ma del medico a bordo non c’è traccia. Nonostante l’impegno preso a maggio era di renderla funzionante entro la prima settimana di giugno.
Non si placano dunque le polemiche sulla situazione in cui versa l’ospedale San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro, a pochi giorni dal ricorso presentato al Tar dalla Rete delle associazioni. Arriva così anche la forte presa di posizione del Tavolo tecnico sull’ospedale, composto dai sindaci dei Comuni del distretto numero 17 e dai rappresentanti delle associazioni. Riunitisi lo scorso venerdì, sono giunti alla conclusione che le promesse fatte dall’assessorato regionale non sono state mantenute, come spiega il primo cittadino di Giarre, Roberto Bonaccorsi: «In questo momento non ci sono i presupposti per rispondere ai casi di emergenza. Le basi del patto stipulato lo scorso 25 maggio, cioè la garanzia del diritto alla salute dei cittadini attraverso idonei servizi di emergenza, non si sono concretizzate, quindi per noi quel documento non ha più valore. Tra l’altro – aggiunge – nel giro di poco tempo sono cambiati i nostri interlocutori, visto che adesso c’è un nuovo direttore generale, e in seguito alle dimissioni della Borsellino lo stesso Crocetta ha assorbito la delega alla Sanità».
A spiegare quali sono le criticità che impediscono di rispondere in maniera adeguata alle esigenze di un territorio che in estate vede aumentare in maniera esponenziale il numero degli abitanti è Angelo D’Anna, uno dei portavoce della Rete delle associazioni. «Uno dei problemi peggiori – sottolinea – è la carenza di personale, quando infatti manca un medico difficilmente si riesce a reperire dei sostituti, così non è raro che determinanti servizi non vengano effettuati per intere giornate. Inoltre, il Pte non può rispondere alle emergenze, quindi in caso di bisogno i reparti non posso aprire le porte ai pazienti, se non dopo il via libera dall’ospedale di Acireale». Dello stesso avviso è anche il sindaco di Riposto, Enzo Caragliano: «Attualmente i reparti di radiologia e analisi non sono attivi per le urgenze, molte promesse sono state dunque disattese. A Riposto finalmente abbiamo un’ambulanza medicalizzata, e di recente ci è giunta comunicazione dall’Asp in merito all’arrivo del personale medico che tra martedì e mercoledì prossimo sarà attivo all’interno del costosissimo, ma funzionale, mezzo».
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