Giarre, partita al campo di polo dopo 27 anni Ma è un bluff: i cavalli sono di cartone

A Giarre aspettavano questo momento da 27 anni. Una partita di polo nel campo incompiuto di polo. Proprio quello sport in cui, come spiega Wikipedia, «quattro giocatori, in sella a cavalli e muniti di mazze di bambù, si fronteggiano con l’obiettivo di mandare una palla di legno attraverso due pali». Nel centro etneo nel 1985 costruirono un impianto da seimila posti, diventato negli anni una delle nove incompiute di Giarre. Il problema? La pendenza, pericolosamente spropositata, delle gradinate.

Per questo, alla notizia della grande inaugurazione, nelle ultime settimane era montata una discreta attesa. D’altronde l’evento era stato anche annunciato da televisioni e giornali locali. Perfino l’amministrazione comunale, per bocca del sindaco Teresa Sodano, si era affrettata a dare la sua benedizione. «Purtroppo sarò fuori città quel giorno, ma verrà sicuramente un membro della giunta a tagliare il nastro» aveva assicurato agli organizzatori il primo cittadino. Quando, domenica mattina, dai locali semidistrutti sotto gli spalti, anziché i cavalli sono sbucati otto ragazzi su manici di scopa e teste equine di cartone, a parlare, più che le parole, sono state le facce dei presenti.

Un bluff, una provocazione che ha fatto affluire al campo circa 250 persone: c’erano nonni, genitori, nipoti, ma soprattutto molti bambini a cui, a fine partita, sono stati regalati i cavalli di cartone. La manifestazione è stata organizzata dall’associazione giovanile giarrese Effetto Domino e dall’Incompiuto Siciliano, insieme a un gruppo di studenti del Politecnico di Milano, che nei giorni scorsi ha partecipato a Giarre al workshop Cantieri incompiuti, progettare le opere incompiute. «Mi ha sorpreso scoprire che questa struttura, nonostante lo stato di degrado in cui versa è fortemente utilizzata dai cittadini – spiega Veronica Caprino, studentessa del Politecnico – Siamo partiti proprio da questo punto, intervistando per una settimana la gente che viene al campo, per proporre un progetto di ristrutturazione e riuso della struttura che vada oltre l’ambito sportivo».

Gli organizzatori hanno invitato anche il presidente della federazione italiana di polo. Ovviamente finto anche lui, che, però, ha ricevuto le attenzioni della stampa locale e ha tenuto un applauditissimo discorso. «Ho visitato Giarre in questi giorni – ha detto prima della partita, elencando le opere incompiute della città – e mi sembrava doveroso essere qui per inaugurare il campo di polo che si aggiungerà sicuramente a queste eccellenze giarresi».

La maggior parte del pubblico accorso per assistere alla gara ha capito lo spirito dell’iniziativa e non si è tirato indietro. «Ero venuta per far vedere i cavalli a mio figlio – ammette una giovane mamma seduta tra gli spalti – ma condivido totalmente l’ironia della manifestazione». Non l’ha presa bene, invece, un capofamiglia giunto apposta da Catania, che ha lasciato il campo una volta scoperto che i cavalli erano solo di cartone.

Secondo la mappa realizzata dall’Incompiuto Siciliano, osservatorio permanente sulle incompiute, sono 396 le opere pubbliche mai ultimate in Italia, più di un terzo (156) in Sicilia, nove a Giarre. Non è un caso, quindi, la presenza dei giovani del Politecnico in questi giorni nella cittadina etnea. Così come la manifestazione al campo di polo non è una goccia nel deserto. Da circa tre anni l’Incompiuto Siciliano lavora per costruire un parco archeologico in collaborazione con il Comune di Giarre. «La progettazione architettonica si deve accompagnare a quella sociale – dichiara Andrea Masu, dell’Incompiuto Siciliano – Crediamo che creare una situazione partecipata, di comunità, come è accaduto domenica, sia il metodo più efficace per sollecitare la politica e trovare insieme le soluzioni». Già fissati i prossimi appuntamenti: ad aprile un nuovo incontro per discutere della progettazione del campo da polo, mentre in estate si terrà sempre a Giarre il secondo festival dell’incompiuto siciliano. Nel frattempo l’associazione Effetto Domino manterrà da oggi un presidio permanente dentro l’impianto.

[Foto di Irene Lo Cicero]

Salvo Catalano

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