Microdiscariche al posto dei cassonetti, turni di raccolta saltati, 17mila telefonate al numero verde per segnalare disservizi, frazioni sommerse dai rifiuti perché lasciate senza porta a porta e senza raccolta di prossimità. Infine lennesimo furto ai danni della Joniambiente, la società che si occupa della nettezza urbana nellhinterland ionico tramite la ditta Aimeri. A un mese dallinizio del servizio di raccolta differenziata nei comuni di Giarre, Riposto e Mascali regna il caos. Cè anche chi si è fatto giustizia da solo, recuperando qualche vecchio cassonetto e ricollocandolo lì dove era sempre stato.
Per un gruppo di cittadini giarresi indignati non cè dubbio: il tentativo è fallito. «Joniambiente rifiut-Ato, stamu fitennu», è lo striscione esposto fuori dalla sede della società il 13 agosto, in occasione di una riunione nella quale la Confcommercio locale ed altre associazioni cittadine hanno presentato un documento per chiedere conto dei pesanti disservizi. Richieste a cui i vertici di Joniambiente hanno risposto in maniera puntuale, scaricando in alcuni casi le responsabilità sugli altri attori coinvolti in questa vicenda: la ditta Aimeri e lamministrazione comunale. A peggiorare la situazione nel comune ionico è stato il furto avvenuto la notte di Ferragosto nel deposito dellAto Joniambiente che si trova allinterno del mercato comunale. Sono stati sottratti 110 bidoni di grandi dimensioni per lumido e 11 per la carta, 150 contenitori piccoli e tre bancali con i sacchetti per la differenziata. «Un furto apparentemente senza senso spiega lingegnere Giulio Nido, dirigente di Joniambiente tutti i bidoni sono numerati e identificabili, il danno economico si aggira sui 15-20mila euro, ma così si allungano i tempi di attesa per gli utenti. Non riusciremo a integrare il materiale sottratto prima di metà settembre, perché le ditte sono in ferie». A maggio una serie di intimidazioni, culminate nel rogo di un deposito con decine di mezzi, avevano colpito la ditta Aimeri. I vertici di Joniambiente non vogliono legare lultimo episodio ai fatti precedenti. «Certo che gli autori del furto erano ben organizzati sottolinea Nido perché sono riusciti ad entrare nel deposito con un mezzo pesante e portare via molto materiale».
Nel frattempo il malfunzionamento della raccolta differenziata è diventato il principale argomento di dibattito tra i cittadini sul web. Proprio dal basso, grazie alle discussioni sui social network e alla mediazione della Rete delle associazioni cittadine, è nato il documento presentato alla Joniambiente nellincontro del 13 agosto. Tanti gli argomenti toccati. La società ha ammesso che i disservizi sono dovuti non alla mancanza di personale, ma di mezzi e di materiale per la raccolta. «Sono arrivati al porto di Catania, ed in attesa di essere immatricolati entro qualche giorno, quattro nuovi auto compattatori; sono inoltre in arrivo cinque vasche e quattro nuove spazzatrici», annunciano da Joniambiente. Mezzi che secondo Confcommercio non sono ancora sufficienti. «Limpressione è che dopo lincendio di maggio non siano mai riusciti a tornare alla normalità», sottolinea il presidente Armando Castorina.
Un errato calcolo del quantitativo di bidoni necessari alla raccolta di prossimità sta alla base del caos che regna attualmente nelle periferie. Nelle frazioni, infatti, non è ancora previsto il porta a porta. «Hanno levato i cassonetti, ma in alcune zone non sono mai arrivate le nuove batterie per la raccolta», denuncia Castorina. Una situazione che ha favorito il proliferarsi di microdiscariche. «I nostri conti spiega Nido, di Joniambiente sono stati fatti sulla base dei dati fornitici dal Comune col numero di utenti che pagano la Tarsu. Ora stiamo provvedendo a un nuovo conteggio che si basa esclusivamente sui residenti. Forniremo questi dati al Comune in modo che possa agire contro gli evasori». Ed ecco un altro dei punti caldi. Secondo Joniambiente a Giarre un cittadino su due è un evasore totale. «Il dato scrivono i vertici nella risposta al documento delle associazioni è semplice da determinare se viene presa in considerazione la tariffa pagata dalle utenze domestiche che si avvicina a 5 euro al metro quadro, mentre a Mascali si pagano 2,40 euro ed a Fiumefreddo 2,20 euro al metro quadro». Emblematico, inoltre, il numero di utenze non domestiche registrate da Joniambiente su Giarre che è inferiore rispetto a Bronte e di poco superiore a Randazzo.
Per combattere levasione, dopo ripetute richieste da parte dell’Ato, il comune di Giarre ha firmato con Joniambiente un protocollo che prevede la collaborazione con la polizia municipale. «Un doppio turno, mattina e pomeriggio spiega il comandante Maurizio Cannavò in cui tre vigili saranno impegnati in attività di controllo. Per ora cerchiamo di monitorare le microdiscariche e risalire ai proprietari della spazzatura abbandonata, in seguito passeremo anche al controllo porta a porta». Nella prima settimana sono stati elevati otto verbali. «Si tratta di singoli cittadini ma anche di attività commerciali aggiunge Cannavò nelle frazioni di Macchia e San Giovanni Montebello, qualcuno anche in centro». Ma Joniambiente alza la voce contro la poca collaborazione dellamministrazione – «i vigili – dice – non intervengono di fronte alle puntuali segnalazioni fornite» – mentre si difende dalle accuse degli utenti che sul web denunciano casi in cui sono gli stessi operatori a mischiare i rifiuti differenziati. «Carta e plastica vengono recuperate insieme spiega lingegnere Nido perché per adesso finiscono nello stesso centro di raccolta dove si provvede alla separazione. Per il resto non abbiamo ricevuto segnalazioni dai cittadini, altrimenti avremmo sospeso sicuramente gli operatori dal servizio, come già accaduto in passato in altri centri».
Dopo il confronto tra la Rete delle associazioni e lAto, la discussione potrebbe trasferirsi in consiglio comunale. «Lamministrazione spiega il presidente di Confcommercio deve rendere conto su diversi punti. A cominciare dallisola ecologica, desritta da anni come priorità ma mai realizzata». Opera per la quale, denuncia Joniambiente, il comune di Giarre ha perso il treno dei contributi comunitari, bruciando «fino a 5 milioni di euro».
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