I motivi della morte di Maria Mercurio, la donna di 52 anni deceduta stamattina a Giarre, in provincia di Catania, sono ancora da chiarire. I parenti, però, puntano il dito contro i soccorsi, che sarebbero colpevoli di essere arrivati troppo tardi. E, soprattutto, senza un medico rianimatore a bordo. «I soccorsi sono giunti solo 40 minuti dopo la richiesta d’aiuto – conferma Salvo Sorbello, uno dei legali della famiglia – e, secondo la ricostruzione dei miei assistiti, non avrebbero avuto il personale medico adeguato per fronteggiare l’urgenza della situazione». Sarebbero stati questi gli elementi a far scattare la rabbia dei familiari, che hanno aggredito gli uomini del 118 e danneggiato l’ambulanza poi intervenuta.
Proprio sul delicato nodo delle ambulanze medicalizzate erano intervenuti lunedì il sindaco di Giarre, il consiglio comunale e la commissione sullo stato dell’ospedale. Inviando una diffida all’Asp di Catania per non aver ancora attuato quanto stabilito nelle settimane precedenti, nonostante l’assenso dell’assessorato regionale alla Salute. «A tutt’oggi – si legge nella lettera – non risulta l’assegnazione a Giarre di un Pte (Presidio territoriale d’emergenza); la medicalizzazione delle ambulanze del 118 per garantire il trasporto dell’emergenza in sicurezza, fino al pronto soccorso più idoneo». I due punti fanno parte della controproposta fatta dai sindaci del distretto sanitario interessato per trovare una soluzione alla chiusura del pronto soccorso di Giarre e a una rifunzionalizzazione del presidio che appare ancora inesistente.
La proposta scende nel dettaglio e prevede la presenza di ambulanze, 24 ore su 24, «secondo il seguente posizionamento: un mezzo ciascuno a Giarre, Riposto, Mascali, Fiumefreddo, Milo-Sant’Alfio, Piedimonte Etneo, una per Linguaglossa e Castiglione di Sicilia e, per i mesi estivi, altre due ambulanze, con equipaggio composto da medico specializzato in Emergenza e Rianimazione, infermiere dell’emergenza, autista-soccorritore, in grado di stabilizzare il paziente sul posto». Su questa proposta il 10 aprile l’assessorato regionale ha dato riscontro positivo, lasciando all’autonomia gestionale ed organizzativa dell’Asp 3 la realizzazione». Da allora sono passati 43 giorni ma nulla è stato fatto.
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