Giardini Naxos, il Sottosopra costretto a chiudere Per una porta aperta. In due mesi venti controlli

Il Sottosopra chiude. Il locale di Giardini Naxos, bersagliato da continui controlli nei mesi estivi, è costretto da oggi a cessare le attività. «Mi hanno notificato il ritiro della licenza per la somministrazione di alimenti e bevande. Al momento non posso far altro», spiega Giuliano Reyes, il giovane catanese titolare dell’esercizio. La procedura era stata avviata a settembre. Adesso lo Sportello unico per le attività produttive decreta la chiusura, a causa della violazione di un’ordinanza sindacale che nel Comune messinese in pochi in realtà rispettano. È la numero 14 del 2013 che impone ai locali di tenere tutte le porte chiuse in caso di musica, live o anche diffusa via radio. Il Sottosopra è stato sanzionato quattro volte per questo motivo. «Abbiamo un cortile interno e necessariamente teniamo un’anta della finestra quasi sempre aperta per passare i vassoi», si è giustificato Reyes.

Le multe sono state pagate, in totale quattromila euro. Nel frattempo Reyes ha preferito chiudere la terrazza interna e sospendere i concerti live. Inoltre nell’ultimo mese per due volte si è riunito in Comune un consiglio dei servizi per discutere della vicenda. Attorno al tavolo, oltre all’avvocato di Reyes, anche il comandante della polizia municipale di Giardini e i rappresentanti del Suap .

«Avremmo dovuto avere una terza riunione a breve – precisa il titolare – invece mi sono visto recapitare il ritiro della licenza proprio alla vigilia di questo weekend festivo. Avevamo programmato delle serate speciali e avevo già allertato quattro dipendenti per lo straordinario, cosa non da poco, visto che in inverno qui chiudono quasi tutti i locali». Adesso anche il Sottosopra, nonostante la buona volontà di chi lo gestisce, si aggiunge alla lista.

Persino il sindaco, Nello Lo Turco, si dice «amareggiato e dispiaciuto». «Ho provato a far cambiare parere al dirigente, ma i burocrati applicano la legge – si difende il primo cittadino – speravo che non si arrivasse a questo punto. La chiusura di un locale è un danno per una città che vive di turismo, il rischio è che diventi un mortorio». Lo Turco lo dice chiaramente: «Con gli altri locali c’è una manica larga rispetto a quell’ordinanza sindacale vecchia di tre anni. Il problema – continua – è che in questa storia la controparte non è il Comune ma un altro privato che ha tempestato di segnalazioni e denunce noi e gli altri organi di controllo preposti». Un privato particolarmente influente? «Non direi, è stata solo la sua insistenza a produrre tutti quei controlli. Io da parte mia ho le mani legate, altrimenti già avrei fatto qualcosa».

Una situazione che sta pesando sulla vita del giovane titolare. «Abbiamo fatto tutto il possibile, ma l’impressione è che attorno a un tavolo chi ha la responsabilità di tutto è conciliante, mentre nei fatti continua a ostacolarmi. Chiederò i risarcimenti – conclude Reyes – sia economici per tutti i soldi che sto perdendo, sia morali, perché questa vicenda mi sta distruggendo anche psicologicamente».

Salvo Catalano

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