«È impossibile verificare quali dei vari verbali attestanti minuti di compresenza siano veritieri oppure no». Con queste parole il procuratore aggiunto Michelangelo Patanè e il sostituto Fabio Regolo chiedevano a metà giugno al gip Nunzio Sarpietro di archiviare l’indagine a carico di diversi consiglieri e segretari di commissioni comunali di Catania per le accuse di falso, truffa e peculato. O meglio, chiedevano così il 15 giugno di archiviare un’indagine a carico di ignoti su un possibile caso gettonopoli al Comune etneo. Quindici giorni dopo arriva la risposta del giudice per le indagini preliminari: «Non è possibile procedere all’archiviazione richiesta. In proposito, le rimetto l’elenco dei soggetti da iscrivere nel registro degli indagati». E cioè 36 consiglieri e 20 segretari. Fissando l’udienza camerale per il 7 ottobre.
Ed è proprio il gip a specificare, nella risposta ai pm, di ritenere «di dover procedere nei confronti dei consiglieri comunali interessati alle falsificazioni dei verbali di commissione, nonché nei confronti dei segretari e dei presidenti delle sedute nel corso delle quali sono stati effettuati i reati ipotizzati». Queste ultime due categorie in quanto redigono e firmano i verbali. Un elenco che, a monte, proviene da un dossier del Movimento 5 stelle etneo, presentato pubblicamente alla stampa a gennaio, ma non alla procura. Mancato tempismo sottolineato anche dagli stessi magistrati come base per la richiesta di archiviazione.
Pm che in qualche modo lamentano l’«assenza di un esposto che, prima della pubblicazione di un giornale, consentisse attività tecnica in contemporanea con i lavori della Commissione». E cioè l’installazione di telecamere per controllare eventuali furbetti. Un modo per raccogliere delle prove che ormai risulterebbe sfumato perché, continuano i magistrati, «è stato accertato che ora sono penetranti i controlli sulle presenze nelle varie Commissioni e quindi sarebbe inutile attivare indagini tecniche». Chiamati in procura, gli attivisti del Movimento hanno consegnato ai magistrati tutti i documenti in loro possesso. Pare anche in formato digitale, in un cd che però al momento non risulterebbe nel fascicolo a disposizione degli indagati.
Ma il gip, appunto, non è d’accordo e chiede alla procura di ripresentare gli atti con una lista di nomi da chiamare in aula a ottobre. Nomi, per quanto riguarda i consiglieri, a cui viene contestata l’ubiquità e cioè la presenza contemporanea in due Commissioni, in uno o più casi tra il 2014 e il 2015. Restano fuori invece altri due rilievi presenti nel dossier del M5s: chi si è spostato troppo velocemente dalla sede di una Commissione all’altra e chi è rimasto in riunione troppo poco. In ogni caso, il 7 ottobre si capirà su quali aspetti della vicenda insistano i dubbi del gip.
Mentre qualcosa si può dire sul contesto in cui sono maturate le accuse e le dinamiche di lavoro delle Commissioni in cui dovranno districarsi tanto l’accusa quanto le difese. Perché, al contrario dei dipendenti comunali, il lavoro dei consiglieri non è scandito da badge o firme elettroniche. Il che rende complicato capire quando si tratta di un errore materiale e quando si sarebbe concretizzata la volontà di fare i furbi. Gli orari di entrata e uscita, infatti, spesso non venivano annotati accanto al nome nel foglio firma ma riportati nel solo verbale di Commissione – compatibilmente con i lavori, spesso accesi, della riunione – e rilevati secondo i personali orologi dei verbalizzanti.
I Consiglieri indagati, i presidenti di Commissione e le presunte ubiquità:
– Sebastiano Anastasi: cinque minuti per una volta, dieci minuti per una volta, venti minuti per tre volte.
– Ludovico Balsamo (presidente VI commissione Commercio): 5 minuti per due volte, 10 minuti per due volte, 15 minuti per una volta, 20 minuti per una volta, 29 minuti per una volta.
– Andrea Barresi: cinque minuti per due volte, otto minuti per una volta, nove minuti per una volta, dieci minuti per tre volte, 18 minuti per una volta.
– Santi Bosco: 20 minuti per una volta, 30 minuti per una volta, 35 minuti per una volta, 40 minuti per una volta.
– Giuseppe Catalano: 10 minuti per una volta, 20 minuti per una volta.
– Carmelo Coppolino: 5 minuti per tre volte, 10 minuti per una volta, 15 minuti per una volta, 20 minuti per una volta.
– MicheleFailla (presidente II commissione Municipalizzate): 5 minuti per cinque volte.
– Rosario Gelsomino (presidente IV commissione Urbanistica): 5 minuti per otto volte, 10 minuti per due volte, 15 minuti per una volta, 20 minuti per una volta.
– Salvatore Giuffrida (presidente VII commissione Cultura): 5 minuti per una volta, 33 minuti per una volta.
– Agatino Lanzafame: 5 minuti per una volta.
– Agatino Lombardo (presidente X commissione Personale): 5 minuti per sette volte, 10 minuti per tre volte, 15 minuti per una volta, 20 minuti per una volta.
– Antonino Manara: 5 minuti per due volte, 15 minuti per una volta.
– Erika Marco (presidente VIII commissione Servizi sociali): 10 minuti per una volta.
– Giovanni Marletta: 5 minuti per tre volte, 30 minuti per una volta.
– Ausilia Mastrandrea: nel dossier M5s non sono presenti dati sull’ubiquità.
– Alessandro Messina: 5 minuti per una volta, 25 minuti per una volta, 40 minuti per una volta.
– Maurizio Mirenda: 15 minuti per una volta, 25 minuti per una volta, 30 minuti per una volta, 35 minuti per una volta.
– Giuseppe Musumeci: 5 minuti per una volta, 10 minuti per una volta, 30 minuti per una volta.
– Carmelo Nicotra: 5 minuti per due volte, 10 minuti per una volta e 15 minuti per una volta.
– Niccolò Notarbartolo (presidente V commissione Lavori pubblici): nessuna ubiquità.
– Vincenzo Parisi (presidente I commissione Bilancio): nessuna ubiquità.
– Riccardo Pellegrino: 10 minuti per una volta.
– Alessandro Porto: 5 minuti per una volta, 10 minuti per una volta.
– Elena Ragusa (presidente XII commissione Pace): 5 minuti per quattro volte, 15 minuti per una volta, 45 minuti per una volta.
– Francesco Saglimbene: 5 minuti per una volta, 10 minuti per due volte.
– Ersilia Saverino: 5 minuti per una volta.
– Carmelo Sgroi: 5 minuti per tre volte, 10 minuti per due volte, 25 minuti per una volta.
– Carmelo Sofia (presidente III commissione Trasporti): 5 minuti per una volta, 20 minuti per una volta, 35 minuti per una volta.
– Salvatore Spadaro: 10 minuti per una volta, 30 minuti per due volte.
– Massimo Tempio: 10 minuti per una volta.
– Salvatore Tomarchio (presidente IX commissione Tributi): 5 minuti per una volta, 10 minuti per tre volte.
– Francesco Trichini: 5 minuti per una volta, 20 minuti per una volta, 30 minuti per una volta.
– Agatino Tringale: 5 minuti per una volta.
– Elisabetta Vanin: 5 minuti per due volte.
– Antonino Vullo: 5 minuti per due volte, 10 minuti per tre volte.
– Lanfranco Zappalà (presidente XI commissione Statuto): 5 minuti per sette volte, 10 minuti per una volta.
I segretari di Commissione indagati:
Piera Caruso, Vittorio Canzoneri, Daniela Catalano, Salvatore Distefano, Sebastiana Ferrara, Maria Emanuela Furnò, Marcello Gasparini, Giuseppa Germenia, Flavio Giuffrida, Francesca Impellizzeri, Stefano Leone, Maria Assunta Marino, Antonio Marotta, Luigia Pettinato, Nunzia Piazzi, Emanuela Paola Carmen Pirrone, Giuseppe Raciti, Giuseppa Rigaglia, Giuseppa Sottile, Rosalba Sottile.
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