Continuano i ribaltoni in casa Gesap. La società che gestisce l’aeroporto di Palermo, dilaniata nelle settimane scorse da fratture interne e culminate con le dimissioni di tre consiglieri (in polemica, pare, con il presidente Tullio Giuffrè) adesso ha un nuovo consiglio di amministrazione. Nuovo si fa per dire, visto che dalle nomine appare chiara la presa di posizione di Leoluca Orlando, che nella diatriba sembra essersi schierato, nei fatti, dalla parte dei dimissionari. Una presa di posizione che è nelle more dei poteri di Orlando, visto che i cinque membri del Cda della società sono espressione dei soci maggioritari: due indicati dal Comune, due indicati dalla Città metropolitana di Palermo, enti appunto guidati dallo stesso Orlando, e un consigliere espresso dalla Camera di commercio di Palermo ed Enna.
E se la Camera di commercio ha fatto nuovamente il nome dell’uscente Alessandro Albanese, presidente anche dello stesso ente, così anche Comune ed ex Provincia hanno riconfermato tre nomi su quattro: quelli dei consiglieri dimissionari Giovanni Scalia e Cleo Li Calzi (quota Comune di Palermo) e Domenico Cacciatore, in quota Città metropolitana insieme a Francesco Randazzo, timoniere dell’impero delle ottiche Randazzo e Optissimo e già amministratore unico della Sispi, unica vera new entry del Consiglio, che lo ha subito nominato presidente al posto dell’ormai silurato (anche se non nei modi, ma quanto meno nei fatti) Giuffrè.
Nient’altro di nuovo sotto il sole, con Albanese vicepresidente, Scalia ancora amministratore delegato e Cacciatore e Li Calzi che tornano alle precedenti deleghe. Nelle dichiarazioni ufficiali nessuno spazio per la polemica, con Orlando che parla della garanzia di «continuità di un cammino di crescita e sviluppo di quella che rimane un’azienda di eccellenza a partecipazione pubblica. Al servizio dell’intera Sicilia, al servizio della promozione turistica e della cultura dell’accoglienza».
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