Più che un effetto domino, una decisione arrivata in ritardo di qualche ora. Può essere letta così la notizia delle dimissioni di Manlio Munafò dai vertici del Genio civile di Palermo. A fare un passo indietro era stato ieri il capo degli uffici catanesi Gabriele Ragusa. Entrambi pagano quanto accaduto nei giorni scorsi, con i nubifragi che si sono abbattuti su più parti della Sicilia a evidenziare – al netto della portata eccezionale degli eventi atmosferici – le carenze in tema di prevenzione e manutenzione degli alvei di fiumi e torrenti.
A tirare in ballo Munafò e Ragusa era stato peraltro due sere fa direttamente Nello Musumeci. Il presidente della Regione ha annunciato un’indagine interna per capire di chi fossero le responsabilità. Un monito accompagnato dal chiaro messaggio: «Chi sbaglia deve pagare». Per il momento le funzioni di Munafò passeranno a Salvatore Lizzio, il dirigente del dipartimento regionale tecnico, la struttura che sovrintende l’operazione delle varie sedi del Genio civile. Anche il nome di Lizzio, per bocca dello stesso Musumeci, resterebbe in ballo per un’eventuale sostituzione.
La questione prevenzione nel demanio fluviale rimane comunque complessa e difficilmente cambierà con l’ingresso di nuove figure al vertice del Genio civile. Peraltro, a occuparsi della gestione del bacino idrografico dell’Isola dovrebbe essere da qui in avanti l’Autorità di bacino costituita la scorsa primavera con compiti specifici, ma che ancora deve entrare a regime e che soltanto da poco ha visto trasferiti i capitoli di bilancio in un primo tempo assegnati al dipartimento al Territorio. In ballo, ancora una volta, c’è la capacità dell’amministrazione di riuscire a pianificare la messa in sicurezza dell’isola, evitando di intervenire solo dopo i danni.
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