In questi giorni in giro per varie città siciliane vi sarà capitato di incontrare una strana ambulanza araba, sulla cui fiancata sono proiettate foto e video dei dispositivi di controllo e sicurezza in Cisgiordania. Si tratta del progetto Destination checkpoints, a cura dell’artista ginevrina Ariane Arlotti sin dal 2009.
Dopo aver fatto tappa a Catania, Niscemi, Gela ed Enna, oggi 11 marzo sarà presente a partire dalle 18 a Palermo. Anche nel capoluogo siciliano verranno trasmesse in loop le immagini delle conseguenze del conflitto israelopalestinese. «La sicurezza è infatti, per Israele e non solo, un enorme business – spiega Ariane Arlotti – E va in parallelo con un altro grande business, il turismo. Ecco perché continuo ad interessarmi a questi dispositivi».
Chissà se l’artista svizzera aveva previsto che il suo progetto venisse scambiato per un messaggio a favore dell’Isis, lo Stato islamico la cui avanzata preoccupa l’Occidente. E’ avvenuto a Gela, dove il busambulanza ha sostato l’8 e il 9 marzo, di ritorno dalla manifestazione delle donne No Muos a Niscemi. In molti hanno manifestato sui social network paura e messaggi sprezzanti. Qualcuno invitava persino le forze dell’ordine a intervenire. Molti dei commenti sono stati poi cancellati dagli utenti quando si è chiarito che il terrorismo non c’entrava nulla. Anche parte dell’informazione locale ha alimentato le tensioni.
«La mia ambulanza è tipicamente palestinese, si possono trovare facilmente foto su internet – spiega ancora Arlotti – Il fatto è che le scritte in arabo fanno di certo più paura alla gente perché c’è politicamente un’associazione molto rapida tra arabo e terrorismo, che i politici cavalcano senza vergogna dall’11 settembre 2011. Nei fatti parliamo molto, molto meno del terrorismo occidentale, ad esempio, o di quello degli Stati Uniti, per fare un altro esempio».
Che fosse facile non cascare in questa associazione lo conferma anche Jerry Italia, addetto stampa del comune di Gela che è stato tra i primi a segnalare l’equivoco. «E’ bastato fare una ricerca su Google immagini». Per poi puntare il dito contro i colleghi. «Mi pare che stiamo vivendo un corto circuito dell’informazione, dove la fretta di dare la notizia supera la necessità di basarla su fonti attendibili. L’importante è raccogliere quanti più click e condivisioni possibili».
In ogni caso lo scopo dichiarato di Ariane Arlotti è stato raggiunto. «In ogni posto – è la sua teoria – la mia ambulanza può creare domande ed il mio interesse è scambiare con la gente pareri e preoccupazioni quotidiane sul problema della sicurezza. Sono venuta in Sicilia perchè la Sicilia è uno dei più importanti checkpoints europei».
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