S’è tuffato in piscina con ancora addosso portafogli, vestiti e cellulare. Sul bordo vasca c’era un bimbo di tre anni, ormai privo di sensi e in procinto di annegare. Così un ispettore di polizia, in quel momento libero dal servizio, con gesto immediato ed eroico lo ha tratto in salvo. L’episodio è avvenuto a Gela, allo stabilimento balneare Paradisea di Macchitella.
L’eroe per un giorno è Ivan Lerede, che presta servizio presso il locale commissariato. L’uomo, in vacanza con alcuni amici, ha notato che il bambino era sfuggito al controllo dei genitori e, sfilatisi i braccioli galleggianti, si era incautamente tuffato in acqua. Finendo per annaspare e colare a picco sul fondo della piscina. Quella che poteva essere una terribile tragedia di Ferragosto si è invece risolta in un lieto fine grazie all’intervento dell’agente che, una volta portato a galla il bambino, gli ha praticato la respirazione bocca a bocca e il massaggio cardiaco.
Lerede, una volta ricevuti gli apprezzamenti degli avventori del lido e soprattutto dei genitori del bimbo, aveva preferito non divulgare la notizia. Fedele a un carattere che i colleghi definiscono schivo e riservato. Tuttavia a rendere noto l’accaduto, che secondo le sue stesse parole «sembrava doveroso», è stato il collega Carmelo Marino, segretario provinciale del Sap.
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