Una centrale di spaccio che avrebbe avuto due protagonisti: padre e figlio. Nel quartiere Albani Roccella a Gela, nel Nisseno, Giuseppe Schembri (44 anni) e suo figlio Cristofer sono stati arrestati dalla guardia di finanza. Dopo settimane di indagini e di segnalazioni da parte di residenti, infatti, nel corso di un’operazione i militari hanno sequestrato due chili di cocaina, 300 grammi di crack, una pistola calibro 38 Smith & Wesson e circa 40mila euro in contanti. Secondo chi indaga, un appartamento nella disponibilità della famiglia Schembri sarebbe stato trasformato in un laboratorio per il taglio e per il confezionamento della droga, pronta per essere distribuita in città. I due sono già noti alle forze dell’ordine per precedenti legati alle sostanze stupefacenti.
Giuseppe Schembri è stato fermato durante un controllo stradale: nella sua auto i finanzieri avrebbero trovato panetti di cocaina per un peso complessivo di circa due chili. Poi la perquisizione è continuata nell’appartamento-laboratorio, dove sono stati trovati ulteriori quantitativi di crack e di cocaina, oltre ai 40mila euro in contanti, che chi indaga ritiene guadagno illecito proveniente dallo spaccio. La guardia di finanza ha perquisito anche un’altra casa, nella quale si trovava Cristofer Schembri, già agli arresti domiciliari. Qui sarebbero stati trovati 20 grammi di droga, tra cocaina e hashish. Secondo le forze dell’ordine, i ruoli dei due nell’organizzazione sarebbero stati ben definiti: mentre il padre avrebbe gestito il trasporto, Cristofer avrebbe curato la parte logistica e operativa, aiutato da altri collaboratori.
Il quartiere Albani Roccella, un tempo marginale rispetto ai fenomeni criminali, si conferma così uno snodo strategico per il traffico di stupefacenti, con un’organizzazione in grado di adattarsi alle nuove esigenze del mercato e di sfuggire ai metodi tradizionali di controllo del territorio.
L’operazione della guardia di finanza ha portato anche all’arresto di Francesca Ridolfo, che è accusata di aver collaborato con i due uomini: padre e figlio sono stati portati in carcere, mentre Ridolfo è stata messa ai domiciliari. Il lavoro investigativo intanto prosegue, con la procura di Gela – guidata dal procuratore capo Salvatore Vella – impegnata a ricostruire tutti i dettagli dell’organizzazione. L’operazione non solo rappresenta un duro colpo al traffico di droga locale, ma evidenzia anche come il fenomeno dello spaccio stia cambiando forma, diventando sempre più capillare e radicato nella quotidianità della città. L’arresto di Giuseppe e Cristofer Schembri non è soltanto una vicenda familiare, ma un simbolo della complessità di un problema che continua a coinvolgere ogni livello della società.
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