Gela, dopo 10 anni avviso di sfratto al centro Arci  «È il Comune inadempiente, da noi molte attività»

Ad inauguralo, nel 2006, c’era l’allora sindaco della città Rosario Crocetta; e poi tra i tanti Rita Borsellino e persino l’allora ministro della solidarietà sociale, il compagno Paolo Ferrero. A dieci anni di distanza dall’assegnazione del centro sociale Ingresso Libero al circolo Arci Le Nuvole – l’unico presente a Gela – arriva la lettera di sfratto da parte del Comune. Motivo? Manca il contratto che regolarizzi quel passaggio di consegne dei locali, un ex bene confiscato alla mafia che fino a quel momento era stato utilizzato come sede di alcuni uffici pubblici. 

Giovedì scorso è giunta, al civico 30 di via Maurizio Ascoli – all’interno del quartiere ghetto Margi – la lettera di sfratto firmata dal dirigente del settore patrimonio. Un’azione che il presidente provinciale di Arci, il gelese Giuseppe Montemagno, giudica inusuale. «L’inadempienza è del Comune, non nostra – afferma -. Gli spazi ci furono dati dieci anni fa insieme ad un verbale di consegna, in attesa che la giunta comunale predisponesse gli atti per il contratto. Prima ancora c’era stata la conferenza dei servizi in cui si era deciso l’affidamento all’Arci per la creazione di una ludoteca e di un centro polivalente giovanile, tutte attività che noi abbiamo realizzato. È il Comune invece a non aver realizzato quello che doveva fare». 

Nel frattempo a Gela sono passate tre giunte, due di centrosinistra e l’attuale ex pentastellata. L‘assessore alla Pianificazione e valorizzazione del territori Francesco Salinitro tenta di gettare acqua sul fuoco. «Nell’assegnazione e gestione degli immobili comunali – scrive l’esponente della giunta su Facebook – sono state riscontrate situazioni incancrenite da anni e accomodamenti da ricondurre a regolarità giuridica». Per poi concludere che «le associazioni che svolgono attività di interesse pubblico non hanno perciò nulla di che preoccuparsi, anche quelle sino a ora senza contratto». 

Intanto l’ingiunzione di sfratto rimane. Entro il 13 novembre, in assenza di novità sostanziali, i volontari dell’associazione di promozione sociale dovranno sgomberare le stanze dislocate su due piani. Tra le quali una sala prove, una relax room voluta dagli stessi abitanti del quartiere, una biblioteca sociale. Ma l’Arci promette battaglia: lo scorso 15 ottobre è stata convocata un’assemblea, molto partecipata e con parecchi attestati di solidarietà da parte di chi il centro sociale l’ha frequentato, anche se magari adesso vive altrove. 

A chi contesta che in ogni caso l’associazione ha operato in assenza di un bando pubblico che ne disciplinasse l’utilizzo e di un documento scritto, Montemagno ribadisce che «nel 2006 Ingresso Libero aveva ottenuto un finanziamento ministeriale, che si sarebbe altrimenti perso, con conseguenti locali vuoti. In ogni caso – continua – il centro sociale rientra nei piani di recupero del quartiere abusivo, la destinazione del bene rimarrà quella». 

Andrea Turco

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