Sospensione degli sfratti. Ad annunciarla è stato l’assessore all’Urbanistica Francesco Salinitro ad almeno 40 occupanti degli alloggi dello Istituto Autonomo Case Popolari che lo attendevano all’ingresso del Comune di Gela. Dopo l’incontro col prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta, con i vertici dello Iacp e alcuni esponenti delle forze dell’ordine locali, il primo risultato diffuso dalla giunta convince a metà i presenti. O per meglio dire le presenti. Sono infatti quasi tutte donne. Mogli di detenuti, di venditori ambulanti, vedove, alcune con figli disabili. I pochi uomini presenti dicono di essere disoccupati.
A stento hanno trattenuto rabbia e disperazione, in questi giorni, dopo gli sfratti arrivati negli scorsi giorni. Più di 300 famiglie rischiano di dover abbandonare le case, occupate da alcuni anni, entro Natale. «Stiamo lavorando a una soluzione definitiva – spiega Salinitro durante un confronto acceso – Finora v’hanno preso in giro». L’amministrazione a Cinque stelle ha assunto l’impegno di effettuare una ricognizione degli alloggi occupati, per valutare lo stato di bisogno dei residenti e la presenza di minori. «Se verranno constatate situazioni di vera indigenza – ha aggiunto il sindaco Messinese – esse verranno regolarizzate con un contratto. I furbi invece verranno mandati via».
La risposta però non è piaciuta del tutto alle residenti dei quartieri Scavone e Marchitello. Hanno reclamato un foglio di proroga, le parole del prefetto e gli annunci dell’amministrazione non sono bastate a rasserenarle. «Noi non verremo più se non ci buttano fuori», hanno promesso. C’è chi rimpiange le proroghe, di sei mesi in sei mesi, dell’ex sindaco Angelo Fasulo. C’è chi ricorda le promesse di Rosario Crocetta, il quale ricordava come fosse vero che le case in questione sono dello Iacp ma i terreni su cui sorgono sono comunali. Alcune sventolano esose bollette, da 250 euro al mese, di luce e acqua. Segno che, nonostante le occupazioni abusive, gli allacci sono regolarmente registrati. «Fino al 2007 arrivavano bollette da 54 euro e ce la facevo a pagarle – spiega la signora Veruska La Cognata -. Poi con gli aumenti non ho più potuto farlo». Un’altra donna, che preferisce rimanere anonima, si inserisce nel racconto. «Senza lavoro – dice – come si possono pagare la casa e le tasse? L’altro giorno sono stata fermata dai vigili urbani e hanno scoperto che giravo senza assicurazione. Poi hanno capito che stavo accompagnando mio figlio all’Aias e ci hanno lasciati andare».
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