Alla fine scopriamo che, a Gela, lavorano 999 persone. Dopo gli immensi danni provocati allambiente e alle persone da questo pessimo stabilimento chimico scopriamo che la tanto declamata occupazione si riduce a 999 posti di lavoro che diventeranno 670 quando entreranno in vigore gli accordi illustrati ieri in pompa magna dal un Governo regionale e dai signori dellEni.
Nemmeno Mussolini e Starace, con il loro Minculpop, avrebbero provato a far passare come un fatto positivo laccordo illustrato ieri, a Palermo, a Palazzo dOrleans, sede del Governo della Regione siciliana.
Gela, il paese simbolo del degrado economico e sociale della Sicilia, un degrado totale provocato dallindustrializzazione demenziale, annuncia una nuova raffineria per continuare a inquinare la Sicilia. Lo fa con un investimento di 700 improbabili milioni di euro. Un investimento che, invece che creare lavoro, toglierà 329 posti di lavoro. Bellinvestimento!
A Gela, dove appena un paio di settimane fa il mare è stato ancora una volta massacrato dai veleni dellEni, si annuncia la produzione di diesel: pochi posti di lavoro e molto inquinamento. Sarà il terzo centro di produzione di diesel dEuropa, annunciano Governo regionale ed Eni. E chissenefrega del diesel? I signori dellEni, dopo quello che hanno combinato in Sicilia, il diesel dovrebbero infilarselo dove sanno
Invece di restare zitti, Eni e Governo della Regione hanno pure la sfacciataggine di presentare questennesimo attacco alla Sicilia e al suo ambiente come un fatto positivo! Larroganza dellEni non ha limiti e confini.
In Sicilia, da oltre 50 anni, fa quello che vuole. Contrariamente alle idee di Enrico Mattei, che pensava allo sviluppo, i suoi eredi spurei, da Eugenio Cefis in poi, hanno sempre trattato il Sud dItalia come un limone da spremere e basta.
Basti pensare al villaggio Macchitella. Voluto da Mattei alle porte di Gela – una cittadina costruita dal nulla, con palazzine a pochi piani, ordinata, pulita, con i servizi, con tanto verde pubblico – avrebbe dovuto dare il là, essere da esempio a una città – Gela, per lappunto – che si espandeva tumultuosamente allinsegna del mito di unindustrializzazione allora nascente.
Morto Mattei, è andato in scena lesatto contrario: è stato labusivismo edilizio di Gela a travolgere Macchitella, che oggi è solo uno dei tanti quartieri degradati di questa martoriata città simbolo del degrado economico e sociale.
Per meno di mille posti di lavoro è stata massacrato una città. La Regione siciliana paga circa 100 mila precari. Sarebbe bastato un soffio di dignità da parte dei Governi di Totò Cuffaro, di Raffaele Lombardo e, adesso, di Rosario Crocetta, per mandare a quel paese uno stabilimento chimico che ha prodotto solo un infame inquinamento e un altrettanto infame sottosviluppo economico e, perché no?, anche culturale (la conferenza stampa di ieri è uno degli effetti culturali di questavventura industriale inutile e dannosa).
Complimenti al presidente della Regione: dopo il raggiro dellacqua pubblica promessa in campagna elettorale e poi negata, dopo la sceneggiata sul Muos di Niscemi, dopo lindecoroso e incostituzionale balletto sullIrpef, dopo le illegittimità della Segreteria Tecnica della presidenza della Regione, dopo i dirigenti esterni dellamministrazione regionale che esprimono pareri su se stessi e sui propri parenti, dopo la mancata applicazione del decreto legislativo n. 39 che la sua amministrazione si sta mettendo sotto i piedi nel nome di una strana legalità, dopo tutte queste belle cose arriva pure la perdita di 329 posti di lavoro ammantata come una vittoria.
Il tutto per continuare a tenere aperta, a disposizione dellEni che continua a inquinare e a massacrare la Sicilia, una pessima raffineria.
Labbiamo detto e lo ripetiamo: pensavamo che il Governo Lombardo avesse toccato il fondo. Ci siamo sbagliati. Con il suo pessimo Governo si continua a scendere, a scendere, a scendere
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