Un progetto ambizioso, dal nome altisonante, che finisce sui banchi della Commissione Europea. A presentare un’interrogazione sull’utilizzo dei fondi comunitari in Sicilia, e nello specifico a Gela, è l’eurodeputato del Movimento 5 stelle Ignazio Corrao. «Nel pur doveroso rispetto delle scelte dei servizi regionali della Sicilia competenti del settore – scrive – si chiede se non si ritenga opportuna una verifica sulla coerenza della mostra-evento Invasioni di libertà con gli obiettivi e le finalità previste dal bando».
Ma cos’è Invasioni di libertà? E’ un progetto promosso dall’assessorato regionale dei Beni culturali e coordinato dal museo archeologico regionale di Gela che mette insieme due eventi distanti nel tempo. Per capire bene la vicenda bisogna partire dalla storia. Nel 424 a.C. il congresso di Gela sancì l’unione tra le città della Sicilia, attraverso un celebre discorso di Ermocrate. L’incontro è stato celebrato come il primo congresso mondiale sulla pace. Oltre 2mila anni dopo a Gela si è inteso rinnovare la memoria di quella storica data, e il 21 settembre 2014 è stata organizzata appunto la manifestazione Invasioni di Libertà. Divisa in tre appuntamenti: al teatro comunale Eschilo si è tenuto il «congresso per la pace nel Mediterraneo», al parco archeologico del museo è stata inaugurata la mostra fotografica e in seguito, al pontile sbarcatoio, è stata inaugurata l’installazione permanente denominata Le ali della libertà. Quest’ultima dedicata alla commemorazione dello sbarco degli alleati nella seconda guerra mondiale. Ricordo che poi è stato fatto il 10 luglio del 2013, nel sessantesimo anniversario. Costo dell’intera operazione: oltre 346mila euro di fondi europei, all’interno del Programma operativo regionale 2007-2013 predisposto dalla Regione Siciliana.
«Questo appuntamento rappresenta una straordinaria occasione – spiegava il direttore del museo archeologico Emanuele Turco – per valorizzare alcuni dei primati storici che detiene questa città che non solo ha ospitato il primo congresso mondiale della pace della storia, ma è stata anche il primo luogo in cui gli americani sono sbarcati per liberare l’Italia».
A distanza di otto mesi quel che rimane è l’installazione permanente davanti al vecchio pontile sbarcatoio, recentemente posto sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Gela per mancanza di sufficienti garanzie di sicurezza. Un’installazione, tra l’altro, che Corrao denuncia essere «non conforme al capitolato tecnico del bando e fuori dal contesto ambientale». D’altra parte Le ali della libertà, un’imponente struttura in acciaio che rappresenta le ali del gabbiano e dovrebbe simboleggiare lo sbarco degli americani (seppur assenti all’inaugurazione), non è mai piaciuta alla popolazione gelese, che l’ha ironicamente ribattezzate Le ali di Mazinga.
«L’Unione europea – aggiunge Giuseppe Lo Monaco, assistente gelese del deputato Corrao – sponsorizza e incoraggia le autorità di gestione, in questo caso la Regione, a coinvolgere il più possibile la cittadinanza locale, le imprese, le associazioni al fine di individuare le vere esigenze del territorio e della popolazione. Se andiamo a vedere questa storia ci accorgiamo che niente di tutto ciò è stato rispettato».
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