A Bellolampo i furti di carburante sono una cosa seria. Così seria da richiedere l’impegno di 150 carabinieri, cinofili, rinforzi del dodicesimo reggimento e un elicottero per portare in manette i presunti componenti di una vera e propria associazione a delinquere che proprio sul carburante sottratto alla discarica palermitana aveva fondato il suo business. 25 le persone coinvolte al momento: 13 di loro sono finite in carcere, 8 ai domiciliari e 4 sono stati sottoposti a obbligo di firma. Tra loro anche dieci dipendenti della Rap, l’azienda a partecipazione comunale che si occupa della gestione dei rifiuti nel capoluogo e quindi anche della discarica; ma ci sono anche due gestori di distributori di carburante.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e ricettazione, falsa attestazione della presenza in servizio, furto aggravato e ricettazione. L’indagine affonda le proprie radici nel 2018, dopo l’arresto in flagranza di sei persone – tra cui cinque dipendenti dell’azienda – che avevano poco prima rubato dai mezzi di lavoro ben 828 litri di gasolio.
Organizzati secondo ruoli e incarichi ben delineati (la vedetta, l’autista, l’addetto al rifornimento) e in costante contatto tra loro, utilizzando un linguaggio in codice, gli indagati avrebbero realizzato i furti durante i turni di lavoro, prelevando il carburante dagli autocompattatori, dalle autocisterne e dagli altri mezzi aziendali della discarica: è stato registrato un prelievo medio giornaliero di circa 1.300 litri di carburante.
L’attività del gruppo sarebbe stata diretta proprio da un dipendente della Rap, che sovrintendeva alle fasi decisionale, organizzativa ed esecutiva, provvedendo anche al reclutamento dei complici esterni all’azienda ed all’individuazione dei soggetti a cui vendere il carburante. Erano state ideate anche le modalità per eludere i controlli amministrativi dell’azienda: alla richiesta delle ore di lavoro effettuate e riportate dai veicoli, veniva infatti comunicato un quantitativo superiore rispetto a quello reale, mentre per evitare che i veicoli si guastassero, venivano lasciati accesi durante le operazioni di prelievo del carburante
In varie circostanze è stato riscontrato che i soggetti esterni alla Rap, dopo essere entrati nella discarica a bordo dei veicoli privati, hanno collaborato attivamente con i dipendenti dell’azienda ad asportare il gasolio dai mezzi. Oltre ai 13 indagati facenti parte dell’associazione, il Gip ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza a carico di 12 persone, due responsabili di furti – anch’essi dipendenti della Rap – e 10 ricettatori del carburante prelevato.
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