Garibaldi, su ambulanza ferma è polemica tra ospedali «Colpa della chiusura del pronto soccorso del Vittorio»

Domenica pomeriggio un’ambulanza è rimasta ferma per sette ore consecutive, dalle 22.58 alle sei del mattino, davanti all’ingresso del Pronto soccorso del Garibaldi di piazza Santa Maria di Gesù. Un disservizio che secondo Carmelo Salamone, coordinatore per la provincia etnea di Fials (Federazione italiana autonomie locali e sanità), era stato causato dalla mancanza di barelle all’interno dell’ospedale. Una ricostruzione che, però, è stata smentita nettamente questa mattina dal direttore generale del presidio Giorgio Santonocito che ha chiarito alcuni aspetti di quella sera, collegando l’attesa del mezzo alla «chiusura del reparto d’emergenza del Vittorio Emanuele per un caso di meningite». 

«Non è vero che gli automezzi privati ostacolano l’accesso al Pronto soccorso – chiarisce Santonocito a MeridioNews – Dal 2012, da quando sono arrivato, ho dato esplicita indicazione di sgomberare tutto. È vero, prima c’era molta confusione ma oggi entrano solo i mezzi di emergenza del 118, le nostre ambulanze e le automobili degli accompagnatori che, ancora oggi, costituiscono il principale veicolo di trasporto dei pazienti». Per quanto riguarda le ore di attesa passate dal veicolo del 118 per entrare, il manager addebita la responsabilità non «all’assenza di barelle, cosa falsa» ma al «brutale motivo che il reparto di primo soccorso del Vittorio era chiuso per un caso di meningite non grave».

Una scelta, quest’ultima, contestata dal dirigente che ha spiegato le modalità di trattamento della stessa patologia all’interno della struttura da lui gestita.  «Mi stupisce che si sia optato per questa soluzione –  spiega ancora Santonocito – perché da noi succede spesso e non chiudiamo mai». «Per noi, un caso di questo – aggiunge – non è bloccante, per loro evidentemente sì. Il tutto ha causato un riversamento straordinario di utenza che è stato gestito prontamente sia da me che dai dirigenti medici, ma che comunque è stato problematico». Proprio in visione del futuro e, si pensa, imminente trasferimento del Pronto soccorso del Vittorio da via Plebiscito ai nuovi edifici del Policlinico in via Santa Sofia, i vertici del Garibaldi hanno pensato a una nuova struttura per differenziare i casi in arrivo in base al codice e, quindi, alla gravità della singola problematica. «Stiamo facendo dei lavori per separare i codici bianchi e verdi, ma ancora ci vuole tempo. Se il Vittorio chiude senza preavviso è chiaro che ci crea un problema. Considerate – conclude il manager – che domenica abbiamo registrato il doppio del numero di accessi, ed è chiaro che nessuna struttura può essere tarata per queste cose».

Alle affermazioni di Santonocito, intervistato da MeridioNews, risponde Antonino Lazzara, direttore sanitario del Policlinico Vittorio Emanuele che smentisce in modo categorico la chiusura del Pronto soccorso nella giornata di domenica scorsa. «Il reparto non ha chiuso – afferma – non può chiudere. In tutta la giornata è stato perfettamente funzionante. È vero che c’è stato un caso di meningite, ma il paziente è stato subito trattato e trasferito». «Mica si può aprire e chiudere il Pronto soccorso, ma che siamo al supermercato? – aggiunge piccato – Sarebbe interruzione di pubblico servizio, cosa che non è avvenuta». Per quanto riguarda l’aumento dei casi al Garibaldi, Lazzara spiega il fenomeno come la conseguenza della paura del contagio che, in questi casi, avviene anche se non vi sono i presupposti per temerla. «Purtroppo si sparge la voce e se le persone sanno che c’è stato un caso del genere preferiscono andare altrove, ma questa è una scelta del cittadino – conclude – noi siamo stati operativi al cento per cento». 

Mattia S. Gangi

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