Una lettera aperta è stata scritta da Giuseppe Carlo Marino, Presidente onorario dell’Anpi Palermo Comandante Barbato, e indirizzata al primo cittadino di Gangi, Giuseppe Ferrarello, su una scritta fascista da poco restaurata su un muro del comune madonita. Marino, nella lettera, invita il sindaco gangitano a far rimuovere la lapide, che riporta una frase di Benito Mussolini, considerata: «Molto aggressiva, di natura ipernazionalistica e funzionale alla guerra. Grandemente mi addolora – ha continuato nella nota il presidente Anpi – se non altro perché mette in luce quanto sia ormai povera e decaduta in una smemoratezza condita da ignoranza, e nello squallore truffaldino delle interpretazioni “revisioniste”, la storia nel nostro Paese ovvero, come ritengo che Lei sappia (dato che anche Gangi fa parte dell’Italia!) la storia d’Italia». Nella lettera, Marino ha sottolineato la gravità dell’aver consentito il ripristino di una pubblica manifestazione di propaganda fascista, vietata, sia dalla XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica, sia, dalla Legge 20 giugno 1952, n. 143 (la cosiddetta “legge De Gasperi-Scelba”).
Subito è arrivata la risposta da parte del sindaco di Gangi, Giuseppe Ferrarello: «Io sono tutto tranne che fascista, e l’ho sempre dimostrato anche nei fatti. Quello è un dipinto in un muro privato, c’è sempre stato e rappresenta un pezzo di storia italiana. Esistono in Italia non solo scuole ma tantissime altre strutture che risalgono all’epoca fascista. Grazie ai fondi europei – ha continuato Ferrarello – abbiamo ristrutturato a Gangi una scuola risalente a questo periodo. Vorrei ricordare che non si tratta di una lapide ma un dipinto fatto in una casa privata. Di queste opere ce ne sono in varie città».
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