Gammazita, incontro pubblico oltre le polemiche «Fare rete tra associazioni per essere più forti»

«Fare rete tra associazioni per non dovere più badare agli attacchi del Manlio Messina di turno». L’associazione culturale Gammazita chiama cittadini e altre associazioni a partecipare a un’assemblea pubblica che tocca due argomenti: il recupero e l’utilizzo di beni comuni, e l’esistenza di spazi sociali di condivisione e partecipazione non commerciali, fuori dalle logiche del profitto e del mercato. L’appuntamento è fissato alle 18 di oggi nello spazio di Piazza dei libri, che si trova di fronte alla sede di Gammazita, in piazza Federico di Svevia 91. 

L’iniziativa è stata programmata dopo che – più di due settimane fa, in Consiglio comunale – l’esponente del Gruppo misto Manlio Messina ha definito «zecca» uno dei fondatori dell’associazione, Daniele Cavallaro, proponendosi di chiedere la «disinfestazione» dell’area in cui Gammazita svolge le sue attività. «Un duro attacco – commenta Veronica Palmeri, un’attivista – che dimostra la difficoltà, a Catania, di vedere riconosciuto e agevolato il compito di chi, in quartieri a rischio, si adopera per creare degli spazi sociali che contrastino la dispersione scolastica e la delinquenza». All’assemblea è attesa la partecipazione di altre realtà dell’associazionismo catanese, come Arci Catania, Arci CreAttiva Aci Castello, Gapa, Librineria, Lomax, comitato San Berillo, Briganti rugby Librino, palestra Lupo, libreria sociale Mangiacarte, Officina Rebelde Catania e Cso Liotru.

L’obiettivo dell’incontro «è unirci in un movimento collettivo, per essere più forti e avere più voce». Passo successivo sarebbe «studiare una strategia condivisa per chiedere al Comune l’istituzione di un regolamento pubblico che venga incontro alle necessità delle associazioni». Al primo punto nelle richieste da avanzare all’amministrazione c’è «il riconoscimento degli spazi sociali, divenuti centro di aggregazione, laboratori di idee, di creazione, di socialità». Il secondo punto riguarda il chiarimento delle differenze tra le associazioni culturali e le attività commerciali: «Sono realtà non paragonabili – aggiunge Palmeri – che perseguono obiettivi diversi e che non possono rispettare le stesse regole né pagare le stesse tasse». La terza richiesta è la possibilità di concedere in gestione alle associazioni gli edifici pubblici e i beni culturali che l’amministrazione non riesce a curare o valorizzare. «Già tempo fa abbiamo fatto richiesta per occuparci del pozzo di Gammazita – concludono dall’associazione – ma stiamo ancora aspettando una risposta». 

Marco Di Mauro

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