Furto con cavallo di ritorno, due arresti In manette gli accusatori di Gianni Vezzosi

Un caso da manuale di cavallo di ritorno. Prima la rapina, poi la richiesta di denaro per riottenere quanto perso. Con questa tecnica Samuele Bombaci e Luigia Luisa Consoli sono stati arrestati ieri dalla polizia etnea. I due sono più noti alla cronaca per essere gli accusatori del cantante neomelodico Gianni Vezzosi nel processo contro di lui per aggressione. Consoli e Bombaci sono accusati di furto, ricettazione e tentata estorsione.

L’arresto è scattato quando una donna si è rivolta alle forze dell’ordine denunciando il furto di alcuni gioielli e una richiesta – non meglio quantificata – di denaro per riottenerli. L’incontro in centro è avvenuto, ma sorvegliati dalla polizia che ha colto l’uomo praticamente sul fatto. Perquisendo l’auto di Bombaci è stata ritrovata parte della refurtiva. Secondo la deposizione della donna derubata, Samuele Bombaci avrebbe avuto le chiavi della sua abitazione dove ogni tanto faceva da dog-sitter. Questi ha anche indicato un compro-oro al quale aveva venduto anche un anello di brillanti e un bracciale di perle.

Luigia Luisa Consoli – meglio conosciuta come Laila, 34 anni – è una videomaker e cantante, ed è al centro del procedimento a carico di Gianni Vezzosi per duplice aggressione. Da una relazione extraconiugale tra i due sarebbe nato un bambino che il neomelodico ha rifiutato di riconoscere fino all’inizio del processo, tanto da rendere necessario l’esame del dna. Samuele Bombaci – musicista, ex membro dello staff dell’artista catanese Carmen Consoli – avrebbe cercato di fare da paciere tra Laila e Vezzosi, ottenendo in cambio la violenta reazione del cantante che lo avrebbe aggredito in due occasioni.  «È l’unico lato positivo di questa storia, è diventato il mio migliore amico», aveva raccontato un mese fa Laila Consoli riferendosi proprio a Bombaci. E adesso sarà costretta a condividere con lui un nuovo processo.

Redazione

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