Funzionario usa auto di polizia per andare in aeroporto Il sindacato: «Ha anche distolto un agente dal servizio»

L’agente di polizia stava svolgendo un servizio di vigilanza in corso Italia. Erano le 16.30 di un pomeriggio della scorsa settimana quando un suo superiore, un vice questore aggiunto, si è avvicinato con la sua auto privata e ha formulato la sua richiesta: essere accompagnato in aeroporto. Il funzionario a bordo della sua macchina davanti, il poliziotto con l’auto di servizio al seguito. L’obiettivo? Lasciare l’autovettura personale in uno dei parcheggi privati dello scalo – dove sarebbe stata presa, poco dopo, da un amico in atterraggio a Catania – e poi farsi riaccompagnare a casa dalla pattuglia che, formalmente, avrebbe dovuto controllare la sicurezza in centro.

A denunciarlo è il Coisp, il sindacato autonomo di polizia. «Quando lo abbiamo saputo siamo rimasti interdetti – afferma il responsabile provinciale, Alessandro Berretta – I superiori non possono permettersi di usare gli agenti come autisti e le auto come navette». «Il collega stava svolgendo un servizio mirato con scopi di controllo della sicurezza ben precisi – spiega Berretta – Quando il superiore gli ha chiesto di essere accompagnato in aeroporto per motivi personali non ha potuto esimersi».

La segnalazione, Berretta ci tiene a precisarlo, non sarebbe venuta dal poliziotto coinvolto, ma da alcuni colleghi. «Quella macchina di polizia avrebbe dovuto essere in corso Italia, invece per un’ora buona non c’era più. Un fatto simile non è passato inosservato», prosegue il sindacalista. Che aggiunge: «Affrontare il traffico del centro cittadino per portare un superiore in un parcheggio di Fontanarossa e poi riportarlo a casa significa rimanere lontani dal servizio per un tempo irragionevole. Ma anche se il tempo fosse stato di meno, sarebbe stato insensato ugualmente».

La denuncia, prima di arrivare alla stampa, è stata consegnata tramite una nota al questore di Catania Marcello Cardona. «Gli abbiamo inviato una lettera venerdì mattina, per fargli sapere quanto è avvenuto e chiedergli di prendere i dovuti provvedimenti – conclude Alessandro Berretta – Lui ha disposto degli accertamenti». 

Redazione

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