Sono scesi in piazza a decine di migliaia. Il terzo sciopero mondiale per il clima – i famosi Fridays for future inventati dalla 16enne Greta Thunberg – è stato un successo anche in Sicilia. In parecchie città dell’Isola gli adolescenti si sono ritrovati in strada per domandare agli adulti un impegno concreto per un futuro migliore. A Palermo le stime parlano di circa diecimila ragazzi, mentre qualche migliaio in più sono i numeri vantati dalla città di Catania.
MeridioNews ha raggiunto i giovanissimi in via Roma, nel capoluogo regionale, e in via Etnea, in quello catanese. Agli attivisti contro i cambiamenti climatici abbiamo chiesto cosa, di pratico, vogliono ottenere dalle amministrazioni locali e dal governo regionale. Abbiamo domandato, inoltre, cosa sapessero della loro Regione: dove sono localizzati i poli petrolchimici, quali sono le città siciliane con il più alto tasso di tumori legati all’inquinamento ambientale e quali pensano essere i problemi principali della loro città. «Le persone», hanno risposto in tanti.
«Ci siamo rotti i polmoni», urla la generazione Greta, cartelli colorati alla mano. Ma a Palermo, a turbare il pacifico svolgimento del corteo, c’è stata una rissa tra gli attivisti antifascisti dei centri sociali e i militanti di estrema destra di Forza nuova e Blocco studentesco, il movimento giovanile di Casapound. La loro presenza aveva già generato qualche polemica all’interno della piattaforma Fridays for future, ma gli organizzatori avevano deciso di non vietare loro la presenza allo sciopero mondiale, relegandoli in fondo al serpentone. Alcuni di loro, però, sarebbero andati a fare volantinaggio nello spezzone dei centri sociali, facendo esplodere un nervosismo già palpabile all’inizio della manifestazione. A Catania, invece, sembra che a essere cacciati dal corteo siano stati i giovani della Lega.
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