Quattro pareti, cinque artisti, 26 cornici e 270 metri quadrati di superficie muraria. Sono i numeri del progetto Fra.me.it Nuove istanteanee urbane, l’itinerario di arte urbana inaugurato nei giorni scorsi a Frazzanò, in provincia di Messina. L’iniziativa, promossa dalla digital agency Neu/progettazione integrata con il patrocinio del Comune, ha coinvolto writers di fama nazionale e internazionale. «Durante aprile e maggio – racconta a MeridioNews Mauro Filippi, curatore e designer per Push, laboratorio per l’innovazione sociale – il Comune ha offerto l’alloggio in una residenza a cinque street artist per decorare 26 cornici su alcuni muri che attraversano il paese. È il risultato di esperienze e riflessioni che il luogo e gli abitanti hanno ispirato».
Fermo immagine di pellicole in movimento, rappresentano un nuovo modo di concepire l’arte perché «i muralisti hanno disegnato all’interno di una sequenza di cornici e non, come di solito avviene, su muri di edifici». Sorge sulla valle una luna che insegna un passato infinito, un futuro senza fine è il titolo dell’opera dell’americano Ricky Lee Gordon, inserito da National Geographic tra gli undici migliori street artist al mondo. L’artista decide di dialogare con lo spazio urbano scegliendo di rappresentare la divinità lunare Aradia «scesa sulla terra per insegnare agli oppressi la stregoneria come mezzo di resistenza sociale». La luce fioca della luna, che rischiara la dea dal buio della notte, crea un’atmosfera suggestiva e romantica. «Con i cicli lunari come guida – commenta l’artista su Instagram – il femminile conosce ciò che è buono per la terra e per gli uomini». Un omaggio alle donne «connettori con la natura che dobbiamo sapere ascoltare e onorare».
Lo spagnolo Ampparito, invece, è l’artefice della serie Chiodo a due teste che ripercorre con ironia la genesi del murale. «Di solito – scrive sui suoi profili social – ho le idee chiare sul tema da realizzare quando arrivo in un luogo. Questa volta, invece, è stato diverso». All’inizio l’idea dell’artista è stata quella di «rappresentare la Sicilia e il suo rapporto con l’euro», bocciata però dall’amministrazione. Stessa sorte per la nuova proposta sul mondo digitale. «A questo punto – prosegue – ho pensato che sarebbe stato perfetto disegnare la negoziazione tra le parti perché era l’unico modo per risolvere questo conflitto». Ecco allora il progetto sul chiodo. «Funziona perché, normalmente, ogni parte ha un compito specifico: se colpisci la testa la pressione raggiunge la punta. Il problema si presenta quando il chiodo ha due teste e nessuna delle due vuole cedere. In questo caso il colpo deforma l’oggetto».
La forza evocativa delle parole e la poesia come mezzo universale per comunicare sono al centro del lavoro del leccese Davide dpa, attivo nel campo dei graffiti e della street poetry. «L’intervento a Frazzanò – dice – riprende la tecnica della scaglia poetica tipica dei miei primi lavori: rullata di bianco sul muro e versi in stampatello». Con la frase Qualsiasi forma di ordine convive con infiniti disordini, che è anche il titolo dell’opera, l’artista induce a riflettere su due principi che regolano il mondo: l’ordine e il disordine. «Inizialmente – chiarisce – l’arte urbana è stata percepita dagli abitanti come una forma di disordine. Ma, nel momento in cui le persone hanno cominciato a interagire per strada con gli artisti, la riluttanza iniziale ha lasciato il posto alla meraviglia e allo stupore. Seguendoci passo dopo passo, hanno compreso che l’arte urbana, al contrario, è ordine perché combatte il grigiore attraverso i colori e trasforma muri anonimi in portatori di significato».
In Rivoluzione di un frammento di marmo, lo street artist catanese Emanuele Poki trae spunto dal marmo proveniente da cave locali per ritrarre otto sfaccettature di una piccola scaglia. «Prima di ogni lavoro – rivela – comincio sempre con ricerche sui posti. Poi, mi stendo, chiudo gli occhi e inizio a cercare un’immagine. Quasi sempre scopro che esistono delle relazioni tra il soggetto scelto e la località. Riesco sempre a entrare in sintonia con il luogo in cui andrò». Nel caso di Frazzanò, ammette «il legame è stato scoprire che l’uomo che abita proprio di fronte al muro è stato uno scalpellino e ha lavorato per qualche decennio in una cava di marmo».
Natura, memoria, identità sono i temi che si intrecciano nell’opera Radici comuni firmata dal muralista abruzzese Alleg. Partendo dal legame viscerale degli abitanti con la propria terra, l’artista traduce questo sentire in immagine: gli alberi diventano portatori di memorie arcaiche e collettive. «La proposta iniziale di rappresentare alcune specie vegetali locali – racconta il curatore Filippi – viene accantonata da un’intuizione folgorante. L’artista, infatti, trovatosi di fronte all’opera si accorge di una particolarità riferita al luogo: sopra ogni cornice c’è un albero. È stato così che ha deciso di rappresentare le radici degli alberi all’interno di ogni riquadro». «L’dea alla base dell’iniziativa – conclude Marco Imbroscì, assessore alla Cultura – è di rilanciare il territorio attraverso l’arte urbana. Un primo punto di partenza che vuole diventare trampolino di lancio per un progetto più ampio: trasformare Frazzanò in una galleria a cielo aperto, tramite nuove opere di riqualificazione, con lo scopo di portare il turismo in paese».
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