Franco Piro: “La vera anomalia, oggi, è la presenza di Confindustria Sicilia che detta la linea politica al Governo”

INTERVISTA AL PORTAVOCE DEL ‘CORRENTONE’ DEL PD SICILIANO. IL POTERE OGGI CONCENTRATO A CALTANISSETTA. LE MISTIFICAZIONI SUL RIMPASTO. IL RUOLO DELL’ASSESSORE BIANCHI PIU’ VICINO A ROMA CHE AGLI INTERESSI DELLA SICILIA

Franco Piro è una figura storica della Sinistra siciliana. E’ stato parlamentare e assessore regionale al Bilancio. E deputato nazionale. Oggi è il portavoce del ‘Correntone’ che si chiama ‘Nuovo corso PD’. Con Piro facciamo il punto della situazione sui possibili scenari della politica siciliana.

Iniziamo con una battuta: onorevole Piro, ma dove l’avete trovato questo presidente della Regione, Rosario Crocetta, si internet? L’avete eletto e lui si è preso tutto. Tiene per sé e per i suoi amici tutte le poltrone e se qualcuno glielo ricorda fa la morale…

“Della designazione di Rosario Crocetta quale candidato alla presidenza della Regione siciliana per il centrosinistra – ci dice Piro – ho un ricordo preciso. Era l’estate del 2012. E lui, Crocetta, a un certo punto, si è autocandidato. Diceva: ‘Come va va, io mi candido lo stesso’. Noi del PD gli abbiamo detto: calma, se devi essere il nostro candidato debbiamo discutere. A un certo punto è intervenuto Giampiero D’Alia, il coordinatore dell’Udc siciliana e ha detto: Crocetta è il migliore dei candidati possibili. A ruota è intervenuto Bersani, allora segretario nazionale del PD, sempre in favore di Crocetta. E la partita si è chiusa lì”.

Tutto sommato, se ci ragioniamo su, il gruppo che oggi controlla in modo quasi militare la Regione siciliana è lo stesso che si era ritagliato un spazio importante nel passato Governo regionale di Raffaele Lombardo…

“In un certo senso sì. Di fatto, è lo stesso gruppo di potere, presente nel Governo Lombardo, che si è spostato su Crocetta. E che, oggi, cerca di monopolizzare l’attività politica della Regione”.

Onorevole Piro, chiamiamo le cose con il loro nome e il loro cognome: questo gruppo di potere è rappresentato da Confindustria Sicilia: un gruppo di potere determinato che, dietro lo scudo dell’antiracket e dell’antimafia, tutela interessi pesanti nel mondo dei rifiuti, nell’acqua, nella gestione dell’Irsap e, a quanto ci è dato sapere, punta su altri settori della vita pubblica siciliana: per esempio i trasporti pubblici…

“L’anomalia della politica siciliana, oggi, è proprio questa: un’organizzazione imprenditoriale che detta la linea del Governo della Regione. Siamo davanti a un rapporto perverso tra politica e imprenditoria, tra istituzioni e affari”.

E, a quanto pare, dobbiamo pure stare zitti, perché loro, i ‘Signori’ di Confindustria Sicilia, detengono le ‘chiavi’ della legalità, dell’antiracket, dell’antimafia e bla bla bla. Sono di qualche giorno fa le dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Sergio Lari, sui pericoli di un indebolimento del fronte antimafia…

“Non so quali argomenti abbia tra le mani il procuratore Lari per rilasciare tali dichiarazioni. Ma sono certo che, da persona molto preparata e accorta, avrà i suoi buoni motivi per affermare quello che ha affermato. Tuttavia, osservo un particolare che è sotto gli occhi di tutti: Lari è il procuratore della Repubblica di Caltanissetta; il presidente della Regione, Rosario Crocetta, è di Caltanissetta; il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, è di Caltanissetta; Alonso Cicero, il discusso ‘manager’ dell’Irsap, è di Caltanisetta; l’onorevole Nino Malafarina ha operato, non solo da deputato regionale, a Caltanissetta; l’assessore regionale Linda Vancheri è di Caltanissetta; anche l’assessore Nicolò Marino è legato, per certi versi, a Caltanissetta”.

Passiamo al rimpasto della Giunta Crocetta. Di fatto, la compagnia dei nisseni controlla tutta la Regione. Tutta. E, pur controllando tutto, il presidente della Regione riesce a far passare la tesi che sarebbe i PD ad avere fame di poltrone…

“In questa storia del rimpasto della Giunta c’è una mistificazione di fondo. Il PD pone una questione politica molto seria, rispetto ai problemi della Sicilia che sono drammatici. Noi poniamo con forza tre questioni: strategia politica e di governo; metodo di governo e rappresentanza politica. Non si possono sostenere tutte le iniziativa di un governo a scatola chiusa. Perché se è vero che non esiste rappresentanza senza responsabilità, è anche vero il contrario: e cioè che non esiste responsabilità senza rappresentanza”.

Nel PD siciliano c’è una linea politica unitaria?

“Se proprio debbo essere sincero, a me sembra che, nel PD, più che una linea di Partito, prevalgono le linee delle singole aree. Così non va. Serve una linea strategica forte. Oggi al PD siciliano serve un segretario regionale autorevole e forte”.

In che senso?

“Ho grande rispetto per l’amico Giuseppe Lupo, attuale segretario del Partito in Sicilia. Ma nel momento in cui il segretario regionale è chiamato a esprimere con forza la linea del nostro Partito, chiedendo al Governo Crocetta un cambio di rotta, proponendosi come assessore regionale indebolisce la credibilità del nostro stesso Partito”.

Il vice ministro Fassina è intervenuto a sostegno dell’assessore all’Economia, Luca Bianchi…

“Fassina non ha alcun titolo politico per intervenire sulle vicende politica siciliane. E’ intervenuto, allora, da vice ministro dell’Economia? Se le cose stanno così, il suo intervento esplicita uno scenario in cui il ruolo dell’assessore Bianchi è quello di garante del Governo nazionale. Per carità, nulla contro Bianchi. Ma…”.

Insomma lo diciamo noi: la Regione siciliana non può avere un assessore all’Economia imposto da Roma! E’ un’imposizione che umilia la nostra Autonomia. Noi lo scriviamo da mesi.

“Non entro in queste tematiche. Il mio è un discorso politico. Ad esempio, vorrei sapere se è vero che è stato imposto alla Regione di non presentare più ricorsi presso la Corte Costituzionale contro il Governo nazionale. Se la cosa è così, beh, mi sembra politicamente grave. Proprio in un momento del genere, con la Corte Costituzionale che, per la seconda volta, ha dato ragione alla Regione siciliana sulla riserva…”.

 

 

 

 

Giulio Ambrosetti

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