Francesca Morvillo, Rita Atria, Indira Gandhi Ecco i nomi per le vie scelti dagli studenti

Via Rita Atria, via Francesca Morvillo e via Indira Gandhi. Perché di strade intitolate a Gabriele D’Annunzio in Italia ce n’è abbastanza e Catania non è da meno. Nel capoluogo etneo di vie dedicate alle donne ce ne sono 65, contro le oltre 700 dedicate agli uomini: «E questo dato è indice dell’invisibilità mediatica e istituzionale del genere femminile». Per questo Pina Arena, insegnante di Lettere all’istituto d’istruzione superiore Vaccarini e responsabile dell’area didattica per il gruppo Toponomastica femminile, ha contattato Palazzo degli Elefanti e ha pensato di lanciare un concorso di idee per le scuole: «Abbiamo coinvolto circa 300 studenti, provenienti da cinque scuole medie e da due istituti superiori e abbiamo chiesto loro di suggerirci i nomi di tre donne a cui volessero intitolare altrettante strade: il risultato è stato sorprendente».

Sono stati presentati un centinaio di nomi, sette sono stati i più votati e, di questi, i primi tre erano proprio Rita Atria (testimone di giustizia, sorella del boss Nicolò Atria, morta suicida a 18 anni dopo l’omicidio di Paolo Borsellino), Francesca Morvillo (moglie del giudice Giovanni Falcone, rimasta uccisa con lei nella strage di Capaci, il 23 maggio 1992), e Indira Gandhi (ex primo ministro indiano, uccisa nel 1984 da un attentato del movimento indipendentista del Punjab).

«Gli studenti catanesi hanno dimostrato una maturità nelle loro scelte piuttosto sorprendente», afferma Carmencita Santagati, consigliere comunale Pdl e presidente del comitato per le Pari opportunità del Comune. «Adesso che i ragazzi hanno deciso – prosegue Santagati – presenterò un’istanza al sindaco Raffaele Stancanelli e alla commissione toponomastica cittadina, affinché l’intitolazione avvenga al più presto». Non si sa ancora in che zone della città saranno situate le strade, né quando saranno rinominate, «ma l’interesse dell’amministrazione c’è, e questa è una tematica che ci sta particolarmente a cuore».

L’idea è partita dal gruppo Toponomastica femminile, nato su Facebook a gennaio 2012 e diventato in fretta un polo d’attrazione per i media e per molte donne: «L’idea è piaciuta tanto – spiega Arena – abbiamo trovato un modo nuovo per parlare della questione femminile, presentando dei dati oggettivi e innegabili». Cioè che la media italiana di strade dedicate alle donne è del due per cento per città. «A Catania vogliamo proporre un emendamento per il quale le strade dedicate agli uomini e alle donne devono essere in rapporto paritario». Arrivare al 5o per cento «sarà un lavoro molto lungo e impegnativo, ma crediamo di poterci riuscire». Perché «anche le donne hanno collaborato e collaborano attivamente alla costituzione di una società civile, ed è giusto che ricevano il giusto riconoscimento per le loro azioni». «E – interviene Santagati – è significativo portare avanti questo genere di istanze a un anno dalla celebrazione del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, spiegando agli studenti la cultura dell’inclusione, anche di genere».

[Foto di duponddupont]

Luisa Santangelo

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