Frana sulla A18, l’odissea di chi è in viaggio «Nessuna informazione, siamo in Sicilia»

File interminabili, incontri di lavoro saltati, ambulanze bloccate. La chiusura dell’A18, a causa della frana che la notte scorsa ha invaso la carreggiata in direzione Catania, ha causato notevoli difficoltà a centinaia di persone che, stamani, si sono immessi in autostrada con la convinzione di intraprendere il percorso più breve per arrivare alle proprie destinazioni. Così, invece, non è stato e il viaggio di molti si è trasformato in una vera e propria odissea. 

A raccogliere i malumori della gente sono in queste ore i social, dove a essere presa di mira è la cattiva gestione dell’emergenza e, nello specifico, la mancanza di adeguata informazione agli automobilisti che, ignari, hanno oltrepassato i caselli per poi rimanere bloccati. Come nel caso di Antonio Maria Chisari, medico legale catanese: «Sono imbestialito. Il problema non è la frana, ma la Sicilia tutta. Solo qui possono succedere certe cose. Mi sono alzato alle sei, per andare in Tribunale a Messina – racconta Chisari -. Non sapevo nulla della frana e ho preso l’autostrada pur notando come già a San Gregorio ci fosse fila con la polizia che fermava i camion. Sono uscito a Giardini dove ho trascorso oltre mezz’ora sulla bretella del casello». Il viaggio è proseguito a passo d’uomo lungo la statale 114. «All’altezza del casello di Taormina – continua – tutti come dei cretini abbiamo provato a riprendere l’autostrada, perché nessuno ci ha informati che anche quello era chiuso, quindi, dopo altre ore di fila, siamo stati costretti a tornare indietro. Alla fine, completamente bloccato nel traffico, ho deciso di spegnere il motore finendo per telefonare in Tribunale e informare della mia assenza».

Nel caso di Annalisa Greco, i disagi di oggi sono coincisi con la rinuncia a una visita medica: «Mio marito è disabile. Insieme viviamo a Sant’Alfio e questa mattina saremmo dovuti andare a Messina per un controllo – racconta la donna -. Abbiamo preso l’autostrada a Giarre e giunti a Giardini Naxos ci hanno fatto uscire senza dirci niente. L’addetta al casello, al momento di pagare il pedaggio, ci ha indicato la statale senza però darci particolari spiegazioni». Per la coppia, la sensazione di caos generale era evidente: «C’era tantissima confusione, i camionisti non sapevano dove andare. Nessuno – aggiunge la donna – comunicava in maniera precisa cosa fare e così siamo stati costretti a telefonare in ospedale per disdire la visita. Sulla strada del ritorno un camionista, che proveniva da Roccalumera, ci ha detto che era stato per ore era in coda sulla statale, ma a essere in difficoltà sono stati anche diversi tir e un’ambulanza rimasta bloccata nel traffico». 

Sono in molti a soffermarsi sull’assenza di cartelli e comunicazioni ai caselli: «Ho preso l’autostrada intorno alle 9.15 da Giarre in direzione Messina – racconta Chiara D’Anna -. Sembrava tutto normale, almeno fino a un chilometro dall’uscita di Giardini Naxos dove invece aveva inizio una fila lunghissima. In un primo momento, ho pensato a rallentamenti dovuti a lavori in corso e invece ho trovato un disastro. Le code – continua la donna – riguardavano anche la corsia riservata ai possessori di Telepass. Ci sono stati lunghi minuti di caos, con gli automobilisti che non sapevano cosa fare. Ho deciso – conclude amaramente la donna – di riprendere l’autostrada e fare ritorno a casa. Ma è assurdo che non ci fosse un solo cartello che indicasse l’ingorgo». Oggetto di critiche è anche la decisione di chiudere il traffico autostradale già a Giardini Naxos: «Non ho compreso perché sia stato deciso che l’uscita obbligatoria fosse Giardini visto che la frana è dopo Taormina – commenta Morena -. Così si è ottenuto il risultato di aver bloccato la cittadina. Poca informazione? Non solo, sulla strada c’erano anche poche forze dell’ordine». 

A esprimersi sulla situazione di stallo e sulle conseguenze che ne deriveranno nell’immediato è Ance Sicilia, l’associazione dei costruttori edili: «Da oggi tutte le derrate alimentari saranno portate al macero – si legge in un comunicato -. L’intera Isola soffrirà per la difficoltà di approvvigionamento di generi di prima necessità, ma anche di materie prime e semilavorati». L’associazione non risparmia critiche alla politica: «Si mette a nudo la gravissima responsabilità dei governi centrale e regionale – aggiunge l’Ance – che hanno sottovalutato l’importanza di completare l’anello autostradale siciliano e di investire in maniera efficace sulla prevenzione del dissesto idrogeologico. La giunta regionale – si legge nella nota – per pagare spese correnti e assistenziali ha sottratto risorse al completamento della Nord-Sud, mentre il governo nazionale ha appena sfiorato la Sicilia col piano “#Italia Sicura”». 

Salvo Catalano

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