Foro Italico, ancora scritte sul Palchetto della musica Un bimbo: «Sono stato io, mi piace mascherare i muri»

«Caciamo Rezi». La scrittura è incerta, il tratto tremolante e gli errori evidenti. L’unica cosa che appare corretta, nel nuovo sfregio in basso a sinistra sul basamento del Palchetto della musica di fronte al Foro Italico, è la firma: ‘Salvo’, i caratteri più sicuri appaiono grandi, in orizzontale. Sono più sbiaditi invece quelli sul lato, dove il nome viene replicato, quasi a contorno di un disegno di difficile interpretazione. Chiude l’opera un cuoricino sopra quella scritta che, quasi a mo’ di sfottò o addirittura di sfida, ricalca malamente lo sfregio apparso a novembre, nel periodo di massima contestazione studentesca in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre. Scritta ripulita appena un mese fa dai volontari di Retake Palermo – tramiamociviltà, che erano intervenuti sull’intonaco del basamento con l’aiuto di un restauratore. 

Intervento arrivato dopo mesi di attese e sollecitazioni alla Soprintendenza, che però non si era mossa. I volontari guidati dal presidente Marco D’Amico, tuttavia, si erano decisi ad agire perché, coerentemente con la prassi sempre seguita, il punto imbrattato in basso al centro non coinvolgeva la parte storica del monumento. Fortuna che sembra ripetersi anche in questo nuovo episodio, che ha quasi il sapore di una presa in giro. «Quella l’ho fatta io»: gli occhi gli brillano mentre lo dice, stando accanto a quello scarabocchio tanto incerto quanto incivile. Avrà al massimo dieci anni, magari anche di meno, e non riesce a contenere le risate. Dice di chiamarsi Salvo e di essere l’autore di quella replica.

«La vedi la firma? – dice – Salvo sono io, sono io!». Le incertezze della nuova scritta, in effetti, potrebbero anche essere quelle tipiche del tratto di un bambino, ma perché ricopiare una frase probabilmente incomprensibile per un bimbo di quell’età? «Mi piace mascherare i muri», aggiunge continuando a ridere. Ma a chiedergli chi sia quel Renzi o cosa significhi quella scritta, non sa cosa rispondere. E dopo essersi ricucito la bocca, sparisce dietro al monumento in direzione gelateria, all’improvviso così com’era apparso. Che sia davvero l’opera di un bambino, magari istigato da un adulto? 

Silvia Buffa

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