PARLA IL CAPOGRUPPO DELLA LISTA MUSUMECI A SALA D’ERCOLE
“Ci siamo battuti come leoni ieri in Commissione Bilancio per fermare questa follia del mutuo da un miliardo e in Aula la battaglia sarà durissima”. A parlare è Santi Formica, deputato della lista Musumeci, che pur non facendo parte della suddetta Commissione, è intervenuto nel dibattito in qualità di Presidente del suo gruppo.
Una precisazione che arriva anche in replica all’articolo del Professor Massimo Costa che abbiamo pubblicato stamattina, in cui l’economista esperto in materia di Autonomia siciliana, oltre a stigmatizzare l’iniziativa del Governo (“traditore dei siciliani”) punta il dito anche contro l’opposizione, troppo debole dinnanzi ad un ddl che penalizza i siciliani a suon di tasse e a vantaggio di banche e di un gruppo di ‘privilegiati’.
“Per tre ore – dice Formica – ho sostenuto quello che avete scritto nell’articolo. Ma anche di più. Ho detto chiaramente che questo è un provvedimento ammazza-Sicilia. Non è affatto un intervento anticiclico. Non solo si continuerà a pagare l’Irpef al massimo, ma sempre meno imprese verranno nella nostra regione ad investire con il mantenimento di queste aliquote Irap. E’ una rapina vera e proprio in danno dei siciliani”.
“La situazione è paradossale – aggiunge l’esponente della lista Musumeci -. I cittadini devono pagare debiti creati dallo Stato. Tra l’altro, ieri, in commissione, si è parlato del deficit strutturale della liquidità della Regione. E’ stato ipotizzato un deficit di 2,5 miliardi di euro. E allora che facciamo? Tra qualche mese proponiamo un altro ddl salva imprese per pagare con i soldi di imprese e cittadini siciliani debiti creati dallo stesso Stato?”.
Per Formica il percorso in Aula del ddl sarà certamente travagliato: “Sempre ammesso che ci arrivi presto – aggiunge il deputato -. Martedì, infatti, dovrebbe arrivare in Aula il Bilancio. E, in sessione di Bilancio, non si può discutere nessun’altra proposta di legge. In ogni caso, noi faremo le barricate. Già, ieri, i colleghi Marco Falcone, Giovanni Currenti e Toti Lombardo hanno abbandonato, per protesta, la seduta della Commissione. Se avessero fatto a stessa cosa i grillini, che hanno votato no, non ci sarebbe stato il quorum”.
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