Cresce lattesa e la tensione negli ultimi giorni di campagna elettorale per le regionali del prossimo 28 ottobre 2012 e tra promesse e false aspettative che si raccolgono in giro per la Sicilia qualcuno dei candidati appare più convincente degli altri. Non fosse altro per i fatti narrati e per le preparazione mostrata negli interventi e nelle proposte alla soluzione dei problemi occupazionali in Sicilia.
Ci sembra interessante pubblicare una lettera trasmessaci da un candidato del collegio di Messina che, apertamente, dice la sua su una della materie più delicate e calde di queste elezioni regionali: la formazione professionale.
La pubblichiamo perché siamo certi che interesserà i tanti addetti alla formazione professionale che seguono il nostro giornale.
Ecco il testo.
Durante la mia campagna elettorale, ho incontrato un gruppo di operatori che si sono presentati come lavoratori non sindacalizzati (o per converso appartenenti a tutte le sigle sindacali) del settore della Formazione Professionale, chiamato “Unione Lavoratori Liberi. Dopo avere approfondito le problematiche della Formazione, discusso ampiamente con esperti e fatto mio il programma di Nello Musumeci, ritengo doveroso un impegno di riforma del settore.
“Io ho criticato l’azione del precedente Governo regionale che ha abbandonato la scelta di riorganizzare il settore ed ha lasciato i lavoratori per più di dodici mesi senza stipendi a fronte di ingenti risorse investite (circa 400 milioni di euro l’anno nei tre comparti interventi formativi, obbligo istruzione e formazione e servizi formativi).
“Sono già intervenuto nel settore con due interrogazioni parlamentari presso la Camera dei Deputati della quale mi onoro di far parte: una per chiedere lumi al Ministro della Pubblica Istruzione sulla vertenza del Cefop, Ente di formazione affidatario di circa 150 milioni di euro di servizi nel campo dell’educazione e della formazione in Sicilia e con circa 1.200 lavoratori in organico; un’altra per impegnare il Governo nazionale ad intervenire per effettuare i dovuti controlli sull’applicazione e sulla legittimità della Cassa integrazione agli Enti di formazione, onlus istituiti secondo la legge regionale n. 24 del 6 marzo 1976, che prevede nel quadro normativo di sistema l’inapplicabilità al settore della Formazione Professionale della legge della C.I.G.D.
Entrambe hanno determinato interventi di ispezioni e controlli dell’operato del Governo regionale a cura del Governo centrale. Oggi però necessita un’azione determinata che produca una gestione più funzionale del settore ed un intervento più efficace di finalizzazione delle risorse disponibili. Apprendo dalla stampa che tanti fondi messi a disposizione dall’Unione Europea attraverso il Fondo sociale europeo sono stati dispersi e/o non impiegati correttamente. Io ritengo che, come dice in merito Nello Musumeci, la Formazione Professionale debba servire in primo luogo agli utenti (allievi), al fine di erogare un’offerta formativa funzionale alla collocazione delle professionalità presenti sul territorio regionale nel mercato del lavoro attraverso qualificazioni spendibili e richieste.
“Le risorse sono disponibili nel Fse e spesso non utilizzate per mancanza di programmazione e/o per errori grossolani nell’esecuzione delle procedure, in chiara violazione dei Regolamenti e delle normative comunitarie principali in materia (nn. 1081/2006; 1083/2006; 1828/2006; 396/2009; ecc.).
Io credo che si possa, all’uopo, riformare il settore, soprattutto attraverso il coordinamento e l’armonizzazione delle leggi regionali scaturenti dalla legge regionale n. 24 del 6 marzo 1976, come le leggi regionali n. 25 del 1 settembre 1993, n. 23 del 23 dicembre 2002, n. 4 del 16 aprile 2003, con i Regolamenti e le disposizioni di legge comunitaria: utilizzando le risorse comunitarie, nazionali e regionali per somministrare il miglior servizio per la qualificazione e la collocazione dei lavoratori siciliani nel mercato globale europeo del lavoro. Per far ciò bisogna monitorare, in primo luogo, il mercato della domanda dei servizi e delle professionalità richieste e spendibili, rivalutando gli studi di settore pubblicati da ultimo (2011) dall’Isfol di Roma.
“Attraverso questi dati assemblati, a livello regionale e disgregati funzionalmente per territorio in base a macroaree e/o province, produrre un programma operativo che possa concretamente e fattivamente soddisfare la richiesta dell’utenza regionale e rispondere ai dettami del Piano operativo Fondo sociale europeo 2007/2013. Quindi programmare e progettare corsi di formazione, moduli formativi ed un Sistema della Formazione Professionale produttivo del risultato statisticamente individuato. Così potrebbero venir fuori delle professioni non corrispondenti ai mestieri artigianali e tradizionali, ma i nuovi corsi di formazione dovranno offrire per loro stessa natura e motivo di esistenza una qualificazione, comunque, all’avanguardia ed innovativa secondo le richieste del nuovo mondo del lavoro.
“Ancora, per ottenere questo risultato occorre, altresì, una rimodulazione dei crediti formativi utilizzabili e dei titoli spendibili dagli allievi, in modo che le qualificazioni acquisite siano effettivamente idonee a formare una forza lavoro competente e professionalità aggiornate, quindi richiesta dalle imprese siciliane ed idonea a partecipare allo sviluppo economico. In questo quadro i formatori potrebbero non essere attrezzati, per mancanza degli strumenti sufficienti, ad erogare la migliore offerta formativa. Ciò a causa dell’azione superficiale del Governo Lombardo, in aperta violazione della legge regionale sulla riqualificazione obbligatoria del personale operante nella formazione professionale (l.r. n. 24/2000).
“Dunque si dovrà intervenire con progetti obbligatori per gli operatori finalizzati alla riqualificazione del personale della formazione professionale, attraverso i fondi comunitari, sul presupposto normativo della legge regionale n. 24/2000 e dell’Asse I – Adattabilità con dotazione finanziaria di 180 milioni di euro e dell’Asse II Occupabilità con dotazione finanziaria di 1,085 miliardi di euro nel Programma Operativo Obiettivo Convergenza 2007-2013 del Fondo sociale europeo della Regione siciliana nell’ultimo Documento di Attuazione Strategico 2011-2012.
“Questi Assi, così definiti nel Piano Strategico Piano operativo Fondo sociale europeo, “si prefiggono anche l’impegno a sostenere l’occupabilità dei lavoratori colpiti da crisi, attraverso un’azione che, in linea con gli orientamenti emersi nell’Accordo del 12 febbraio 2009 tra Stato-Regioni, associa sostegno al reddito con politiche attive del lavoro”.
“Durante questa riforma complessa, ma definitiva del settore della Formazione Professionale, applicando la legge regionale n. 24/76 e 4/03, in combinato disposto con la norma di indirizzo dettata dalla deliberazione di giunta regionale n. 350 del 4 ottobre 2010, bisogna imporre innanzitutto il blocco assoluto ed imprescindibile della assunzioni, secondo la legge, al 31 dicembre 2008, senza alcuna deroga per alcuna ragione.
Poi verificare il personale qualificato ed impiegabile nella nuova ed innovativa offerta formativa. Il personale che non sarà impiegabile deve essere posto in sicurezza e non licenziato, attraverso le proposte di legge dell’assessore alla istruzione e formazione professionale pro tempore (Raffaele Stancanelli 2002) e/o del Presidente della Commissione parlamentare attività produttive dellAssemblea regionale siciliana, Salvino Caputo del 2011, già giacenti presso il parlamento regionale.
“All’uopo la legge regionale n. 10 del 7 giugno 2011 prescrive che, in caso di esubero del personale del settore ed al fine di un’azione del risparmio delle risorse, è possibile applicare una sorta di scivolo verso il prepensionamento o la quiescenza volontaria per il personale alla soglia della pensione sia di anzianità, che di vecchiaia per un massimo di cinque anni.
In realtà, mi riferiscono i miei esperti del settore, che si era dato seguito alla normativa de quo con un protocollo già firmato in data 24 gennaio 2011 con l’Inps regionale, ma a cui poi il Governo regionale non ha voluto dare seguito. Anche il contratto collettivo nazionale del settore formazione professionale vigente, firmato dagli enti di formazione e recepito dalla Regione siciliana, prevede sistemi di salvaguardia del personale attraverso meccanismi di assestamento e ricollocazione del personale in esubero.
Infine sono prevedibili inserimenti del personale in esubero con progetti ad hoc, organizzati dal dipartimento della Istruzione e Formazione professionale, di collocazione di unità di lavoro presso gli uffici centrali dell’amministrazione regionale, della pubblica istruzione, dell’università, e di altri rami della pubblica amministrazione, giusta deliberazione di giunta regionale n. 350/2010. Tutto ciò programmato con gli emissari dell’Unione europea, che dovrà contribuire in modo concreto a questa riforma, utilizzando le risorse a rischio di restituzione per l’opera di un governo regionale distratto.
“Questa la mia ricetta e soluzione alla complessa problematica, condivisa con gli operatori del settore, che porterò avanti nei prossimi mesi.
Nino Germanà
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