Formazione, troppe le assunzioni

da Antonio Spallino
riceviamo e volentieri pubblichiamo

La formazione professionale siciliana negli ultimi anni è stata attraversata da tutta una serie d’incursioni politiche tali da renderla brutta sporca e cattiva. La politica si è servita dalla debolezza del sistema per fare come si usa dire i suoi porci comodi. Il riferimento va immediatamente ricondotto alle numerose ed ingiustificate assunzioni fatte dagli Enti che hanno determinato il collasso del settore. Le domande, come dice qualcuno, sorgono spontanee. Se è vero che gli Enti prima di effettuare le assunzioni dovevano essere autorizzati dall’assessorato regionale alla Pubblica Istruzione e Formazione Professionale c’è da chiedersi: gli Enti, prima di assumere, hanno ottenuto l’autorizzazione?

Nel caso affermativo, è di tutta evidenza che non si potrebbe parlare di assunzioni illegittime. La conseguenza immediata è che ricadrebbe sulla Regione l’onere di provvedere a garantire l’occupazione agli operatori. Nel caso in cui, invece, gli Enti, violando le disposizioni, hanno assunto senza la debita autorizzazione dell’assessorato regionale alla Formazione professionale, è chiaro ed evidente che la colpa è degli Enti che hanno assunto. In questo caso tutti gli oneri finanziari dovrebbero restare a carico dei medesimi Enti.

Invece che cosa è che successo? L’amministrazione regionale, gli Enti e anche, per certi versi, i sindacati, tutti con l’acqua alla gola, hanno, di fatto, dichiarato lo stato di crisi del sistema e hanno fatto ricorso alla cassa integrazione in deroga.In sostanza, non hanno voluto trovare o saputo trovare, tra le tante disposizioni di legge regionali che garantiscono il personale, la soluzione definitiva del problema. Hanno preferito ricorrere alla morfina per alleviare, al malato terminale, momentaneamente le sofferenze. Finito l’effetto della morfina tutto come prima, anzi peggio.

Non hanno tenuto conto del detto siciliano u medicu piatusi fa la chiaga cangrunusa. E’ chiaro a tutti che, finita la CIGI, tutti a casa. Le mie considerazioni nascono da un profondo convincimento. Il sistema formativo regionale non è stato in crisi né, tanto meno, è oggi in crisi. La prova provata sta nel fatto che gli Enti hanno ricevuto dalla Regione sempre la stessa commessa formativa. Altra prova inconfutabile è data dalle numerosissime iscrizioni dei giovani nei corsi.

Invece, in crisi sono tutti quegli Enti che hanno assunto a dismisura personale, non tenendo conto del finanziamento loro assegnato. Ed ancora in crisi sono tutti quegli Enti che non hanno saputo amministrare con oculatezza il risorse finanziare loro assegnate. Per evitare tutto questo casino la Regione avrebbe dovuto monitorare e controllare periodicamente l’operato degli Enti. Non è certo giustificabile il ritardo con cui la Regione si è accorta che, dopo il blocco delle assunzioni al 31 dicembre 2008, gli Enti hanno continuato ad assumere personale. Così come non è condivisibile il silenzio assordante che è caduto su tali fatti.

Bisognava, a mio avviso, avere molta determinazione e molto più coraggio. La Regione avrebbe dovuto bloccare realmente le assunzioni, stabilire per ogni singolo Ente l’organico del personale, attivare, se possibile, i processi di mobilità dello stesso personale tra gli Enti e, infine, iscrivere nelle liste provinciali di mobilità i dipendenti in esubero e, contemporaneamente, avviare per questo personale i meccanismi di tutela .

 

f.to antonino spallino

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