Negativo il giudizio espresso dai sindacati del settore della formazione professionale sulloperato del Governo di Rosario Crocetta. Diffusa la preoccupazione per lassenza di una incisiva azione politico-istituzionale sul sistema formativo regionale.
In una nota unitaria indirizzata al presidente della Regione, agli assessori al lavoro, Ester Bonafede, alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, e al dirigente generale ad interim, Anna Rosa Corsello, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Conf.Sal hanno sottolineato il rischio di implosione del sistema formativo regionale. Diverse le criticità, rimarcate nel documento sottoscritto dai sindacati firmatari del Contratto collettivo di lavoro della categoria.
A cominciare dall’apertura dello stato di crisi del segmento Interventi formativi, comunicato ieri dalle associazioni degli Enti Forma Sicilia e Cenfop Sicilia. dichiarazione che ha il sapore del licenziamento collettivo che interesserebbe migliaia di lavoratori, atteso che sarebbero attuati in applicazione della procedura di mobilità prevista dagli articoli 4 e 24 della legge regionale n.223 del 23 luglio 1991.
A pesare sulla scelta degli Enti, la decisione del presidente Crocetta di non rifinanziare la seconda annualità dellavviso 20/2011, senza aver previsto, a oggi, alcuna prospettiva alternativa.
Nella nota vengono affrontate anche le difficoltà in cui versano gli altri segmenti del sistema formativo regionale. Forti le preoccupazioni espresse dai sindacati per la filiera dellObbligo formativo (Oif) nella quale gli Enti interessati hanno già manifestato lintenzione di procedere alla messa in mobilità del personale impegnato.
La scelta, precisano i sindacati, sarebbe resa necessaria dai ritardi accumulati dalla Pubblica amministrazione oltre che per lincertezza del quadro in cui versa il settore. Analoga preoccupazione destano le generiche dichiarazioni, riporta la nota sindacale, del dirigente generale ad interim del dipartimento Istruzione e Formazione professionale, Anna Rosa Corsello, in ordine alla filiera dei cosiddetti Sportelli multifunzionali, con riferimento ad uneventuale proroga.
Emerge con chiarezza la preoccupazione, amplificata dalla poca chiarezza sugli strumenti che dovrebbero essere utilizzati per il mantenimento dei livelli occupazionali e la salvaguardia dei lavoratori impegnati nelle tre filiere. Di difficile lettura anche la prospettiva con la quale il governo dovrebbe garantire i servizi di politica attiva del lavoro. A questo stato degenerato del sistema va aggiunta lempasse degli uffici dellamministrazione che produce effetti deleteri nei confronti dei lavoratori, non garantendo tempistiche certe e provocando ritardi insostenibili nellerogazione delle retribuzioni in favore dei lavoratori interessati.
In buona sostanza il Governo regionale, che ha più volte proclamato lintendimento di riformare il settore, evitare la macelleria sociale e garantire i circa 10 mila lavoratori, non ha ancora fatto sapere quali strumenti normativi, quale tempistica e quale architettura di sistema utilizzerà nel ridisegno del sistema formativo. Parole, parole, parole e nulla di più.
Intanto si ripete la scenetta della richiesta dincontro al Governo, formulata dai sindacati tradizionali, senza alcun seguito.
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