In arrivo altra scossa tellurica nel già scricchiolante sistema formativo regionale. A peggiorare il termometro del settore è l’assenza di un progetto di riforma del mercato del lavoro in Sicilia. Questo e altri temi verranno affrontati stamattina, a Palermo, nei saloni del Castello Utveggio, nel corso di un convegno promosso dallAnfe.
Loccasione per fare il punto della situazione sui problemi irrisolti del lavoro nella nostra Isola. Fra sette mesi scadrà la terza annualità degli Avvisi 1 e 2 del 2009 relativi agli Sportelli Multifunzionali e agli Sportelli Scuola che hanno garantito negli ultimi anni l’attuazione delle politiche attive del lavoro. Risultato? Molti Enti gestori avranno raggiunto gli obiettivi progettuali, altri solo in parte mentre in tanti si ritroveranno lontani dal traguardo fissato dai predetti avvisi pubblici.
Varrà la pena riproporli? Vedremo. E il Governo regionale che fa? Soluzione non pervenuta. Lesecutivo, ad oggi, non sembra avere partorito alcuna ipotesi di riorganizzazione del mercato del lavoro. La governace regionale per lo sviluppo del servizi per il lavoro dovrebbe essere supportata in Sicilia da un moderno modello di intermediazione di manodopera aperta a nuovi soggetti pubblici e privati. Un percorso obbligato per via dei recenti cambiamenti apportati al mercato del lavoro dal quadro normativo nazionale.
Il riferimento va al passaggio dal Decreto legislativo n.276 del 10 settembre 2003 (legge Biagi), alla Legge n.183 del 4 novembre 2010 (collegato lavoro) nonché alla Legge n.111 del 15 luglio 2011, articolo 29 in materia di disciplina delle Agenzie per il lavoro private. E in Sicilia quale armonizzazione prevedere per ottimizzare le politiche del mercato del lavoro?
Sarebbe ora che l’assessore regionale al lavoro, Ester Bonafede, uscisse dal guscio dell’immobilismo, per indirizzare attivamente l’azione politico-programmatica verso il recepimento del nuovo modello nazionale. Il coinvolgimento e l’animazione del network degli operatori pubblici e privati del mercato del lavoro sono momenti di start-up che spetta al Governo regionale attivare. Ritardi accumulati da incapacità espresse dal precedente Governo regionale e da distrazioni elettorali dell’attuale rischiano di far piombare il già debole mercato del lavoro siciliano nel caos.
Il convegno promosso oggi dallAnfe, Ente formativo storico presente in Sicilia, si propone di stimolare il Governo regionale. Non è più il caso, insomma, di perdere tempo. Serve un cambio di marcia sulle politiche del lavoro. Per superare il vuoto operativo e normativo che ha ritardato la programmazione del prossimo triennio e reso incerto il futuro degli Sportelli Multifunzionali e degli Sportelli Scuola.
Senza tralasciare la questione sociale che non è affatto marginale. Sono circa 2 mila gli operatori del settore che al 30 settembre prossimo (data di scadenza degli Avvisi 1 e 2), non mutando le prospettive, potrebbero ritrovarsi senza una stabile occupazione. E allora che fare? Diverse le ipotesi in campo. La più gettonata sembrerebbe quella di salvare “capre e cavoli”.
L’idea avanzata da diversi operatori del settore ruoterebbe intorno allipotesi della nascita di agenzie interinali miste, pubblico-privato, dove far confluire il personale degli Enti formativi (circa 2 mila) per coordinare la governance regionale a supporto dei servizi per il lavoro.
Centrale, in questo impianto, la rivisitazione dell’accordo trilaterale del 4 novembre 2010, sottoscritto da Regione siciliana, associazione degli Enti formativi e organizzazioni sindacali dei lavoratori per disciplinare la collocazione presso le Agenzie di detto personale. Si garantirebbe, in tal modo, la prosecuzione lavorativa di detto personale, evitando la dispersione delle professionalità.
In questo vuoto di iniziative istituzionali si colloca il convegno organizzato dall’Ente di formazione Anfe. L’incontro, come già ricordato, mira a stimolare un confronto attivo e partecipativo fra tutti gli attori del sistema volto ad individuare soluzioni idonee.
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