L’iniziativa intrapresa da circa cinquanta ex lavoratori dell’Anfe di incontrare l’assessore regionale per l’Istruzione e Formazione professionale non va giù all’Ente. A dirlo è Paolo Genco, presidente nazionale dell’Anfe, che in Sicilia gestisce un importante pacchetto di ore formative e di finanziamento a valere sull’Avviso 20/2011.
Come abbiamo scritto nell’articolo dello scorso 17 dicembre, Genco riferisce che tutta la procedura che ha portato alla messa in mobilità dei lavoratori è stata condotta nel pieno rispetto della legge 223 del 23 luglio 1991 e in modo trasparente. Procedura, sottolinea Genco, che è stata soprattutto concertata con le organizzazioni sindacali firmatarie del Contratto collettivo di lavoro (Ccnl): Cgil, Cisl, Uil e Snals. E si è provveduto, inoltre, ad estendere l’informativa sulle decisioni intraprese anche alle altre sigle sindacali presenti all’interno dell’Ente.
Aggiungiamo una considerazione. Non è stata volontà dell’Ente non applicare la delibera di giunta n.350 del 4 ottobre 2010. Genco a tal riguardo sottolinea: “I miei lavoratori hanno subito un danno dalla mancata applicazione della delibera di giunta regionale n.350 del 2010. Decisione politica fortemente voluta da Mario Centorrino, già assessore regionale Istruzione e Formazione professionale.
Ricordiamo che nel corso dell’incontro, a seguito del sit-in, con l’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione prossionale, Nelli Scilabra, e con il dirigente generale ad interim al ramo, Anna Rosa Corsello, i lavoratori hanno denunciato ritardi nellerogazione delle retribuzioni. Genco, in tal senso, tiene a precisare, che le retribuzioni afferiscono ad una mensilità del 2010 ed una mensilità per il 2011. Quale la causa? Secondo Genco, si tratterebbe della mancata copertura finanziaria del Piano regionale dell’offerta formativa (Prof) degli anni 2010 e 2011. Non solo. Con il finanziamento attraverso l’Avviso 20/2011, seppur siano state assegnate all’Anfe un maggior numero di ore formative rispetto agli anni precedenti quando si operava col Prof, il parametro di finanziamento della voce personale è stato ridotto da 149 euro a 110 (costo unitario ora/allievo). Quindi, precisa Genco: “è vero che abbiamo ricevuto un numero maggiore di ore, ma il finanziamento, rispetto al passato, è stato ridotto.
La flessione del finanziamento complessivo registrata dall’Anfe è stata dovuta anche agli incrementi contrattuali sopravvenuti nel 2012. A seguito cioè degli scatti di adeguamento contrattuale, la spesa del personale è cresciuta ulteriormente. E questo significa che, per l’Anfe, ogni adeguamento contrattuale incide da 800 mila a 1 milione di euro all’anno. E comunque, sottolinea il presidente nazionale Anfe, sono false le voci intorno al fatto che pervengono i finanziamenti all’Ente ma non si pagherebbero poi i lavoratori.
Genco precisa che sono state erogate le retribuzioni di giugno, luglio, agosto e settembre 2012, anche in favore di coloro che sono stati licenziati. “Ora basta: basta mentire – dice Genco – i lavoratori si sono rivolti all’assessore Scilabra, pur consapevoli dei fatti. Un piagnisteo inspiegabile e strumentale. Gli attacchi sull’uso poco chiaro dei fondi ricevuti non ci appartiene e lo rimandiamo al mittente”. E ancora: “Se l’assessorato deciderà di inviare i propri ispettori per controllare i flussi finanziari ricevuti, siamo pronti”.
Va ricordato che l’Anfe è uno di quegli Enti storici in Sicilia che operano con un apposito servizio di tesoreria, che traccia ogni flusso finanziario. Poi Genco si rivolge all’assessore Scilabra spronandola a cercare la verità sui fatti addotti e a verificare ogni cosa, evitando di fermarsi al “vittimismo” gratuito mostrato dai lavoratori, i primi a conoscere ogni cosa.
Sugli esuberi Genco dice che si impegnerà a corrispondere, al personale destinatario del provvedimento di mobilità, tutte le spettanze dovute ricorrendo, se le condizioni lo richiederanno, anche ad aperture di fido bancario. Inoltre, precisa che: “i contributi Inps e Trattamento fine rapporto (Tfr) sono interamente versati e si deve erogare solamente la retribuzione netta”.
“Ora basta – ripete Genco -. I lavoratori interessati dai processi di mobilità sono soggetti che hanno avuto un rapporto leale e sincero con l’Ente, che non si è mai sottratto al dialogo. Sono state esperite tutte le possibili iniziative per evitare la fuoriuscita di personale, avviando anche processi di mobilità interna dall’area amministrativa all’area erogazione, ma oltre non si poteva fare. Il compito era della politica di allora che avrebbe dovuto trovare le soluzioni gridate a squarcia gola dal sottoscritto e non ascoltate”.
Grazie agli sforzi messi in campo per ridimensionare i processi di mobilità – conclude Genco – sono stati licenziati 119 lavoratori e non 173. L’ente è dispiaciuto perché, tra i licenziati ci sono buone professionalità di cui ci siamo dovuti privare con grande dispiacere.
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