Salvatore Cangemi, dipendente di un Ente di formazione professionale che opera a Tarpani, ha detto basta. Malato, senza stipendio da mesi, non ne vuole sapere più di curarsi. Anche perché non sa più dove trovare i soldi per pagare le medicine. Un caso limite in un settore che è stato massacrato dall’attuale Governo regionale in combutta con il Governo nazionale. Non a caso sono stato due ministri – Fabrizio Barca ed Elsa Fornero a pretendere la riassunzione di Ludovico Albert al vertice del dipartimento regionale della Formazione professionale. Con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, pronto a rispondere: “Obbedisco”.
Sulla vicenda interviene il presidente dellAnfe, Paolo Genco, che esprime piena solidarietà a Salvatore Cangemi, dipendente Anfe ed operante in uno degli Sportelli Multifunzionali della provincia di Trapani. Per la cronaca, l’Anfe ha provveduto a pagare, nella giornata di oggi, due mensilità relativamente all’attuale disponibilità determinata dalle risorse assegnate dallassessorato regionale per la Famiglia.
Esprimo piena solidarietà – dice Genco – e condivido lo stato di disagio del dipendente, ma anche di tutti i dipendenti del mio Ente e di tutti i lavoratori che operano sia negli Sportelli, sia negli Interventi formativi.
Lamara verità – prosegue il presidente dell’Anfe – è che non ci sono soldi a causa dei ritardi, divenuti ingiustificabili, dellAmministrazione Attiva, e del blocco della spesa dovuto al patto di stabilità più volte sforato dal governo regionale.
LEnte – aggiunge Genco – benché abbia già comunicato a tutti i propri dipendenti che i mandati relativamente agli stipendi di alcune mensilità, compatibilmente con le disponibilità di risorse di volta in volta liberate dallassessorato alla Famiglia, sono fermi dal giugno scorso, si è attivato sollecitando più volte ed a più riprese lamministrazione Attiva affinché procedesse al pagamento.
Mandati che, sempre per la cronaca, a seguito di continue pressioni dellEnte, sfociate anche in minacce di denuncia, sono stati svincolati finalmente lo scorso 15 settembre.
LEnte – dice ancora il presidente dell’Anfe – ha provveduto a pagare al proprio personale operante nei Servizi Formativi (Sportelli) due mensilità commisurate alla disponibilità delle somme assegnate dallAmministrazione Attiva.
Peraltro, resta ancora in piedi la questione delle rendicontazioni finali che interessano la stragrande maggioranza degli Enti formativi in Sicilia, unennesima dimostrazione di incapacità gestionale ed organizzativa del super pagato dirigente generale Ludovico Albert.
Argomento sul quale Genco ha voluto dire la sua. LEnte è in attesa di rendicontare per sbloccare ulteriori somme e poter procedere ad ulteriori pagamenti di stipendi al personale. Rendicontazione dei Servizi Formativi (Sportelli) che purtroppo procede a rilento in quanto la Regione siciliana non ha ancora provveduto ad individuare chi deve rendicontare.
Un fatto assurdo ed inaccettabile, a nostro avviso. Qualcuno è giunto il momento che faccia qualcosa. Affonda il colpo il presidente dellAnfe sui ritardi dellamministrazione regionale: LEnte è pronto dallo scorso febbraio a rendicontare con formali richieste avanzate e depositate il assessorato regionale per la Famiglia, le politiche sociali e il lavoro.
Un quadro preoccupante, quello descritto da Paolo Genco, presidente di uno degli Enti più rappresentativi e massacrati per via dei criteri contenuti nellAvviso 20/2011. Proprio così, lAnfe è uno d quegli Enti messi in difficoltà per via dellingresso, sic et simpliciter, del parametro unico, conseguenza che delinea una fragilità del sistema formativo voluto fortemente da Raffaele Lombardo, Mario Centorrino (già assessore regionale Istruzione e Formazione professionale, carica oggi ricoperta da Accursio Gallo) e Ludovico Albert. Un complesso e farraginoso corpus amministrativo che ha ingessato ed imbavagliato lintero sistema formativo, facendo degenerare lo stato lavorativo e la dignità dei dieci mila lavoratori siciliani.
Basti pensare che lAvviso 20/2011, nonostante le ripetute rassicurazioni di avvio è fermo ancora ai nastri di partenza con migliaia di lavoratori posti in Cassa integrazione senza copertura finanziaria.
LAnfe a causa delle scelte scellerate della Regione siciliana si è ritrovata nella necessità di avviare un processo di mobilità e quindi di licenziamento. Si tratterebbe di almeno 150 unità lavorative.
Il caso di Cangemi, al quale va la solidarietà della nostra redazione giornalistica, non è isolato, ma simile a tantissimi altri casi presenti in giro per lIsola. Situazioni drammatiche spesso vissute nellassoluto anonimato e nel silenzio di una sofferenza oramai abitudinaria.
Non è la Sicilia che vogliamo. Più volte abbiamo sottolineato lo stato di grande e profondo disagio in cui versano i lavoratori della formazione professionale. Auspichiamo che una svolta possa restituire serenità e trasparenza amministrativa allintero settore.
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