Formazione: nuovo dossier della Regione. Nel mirino i subaffitti

Continua la crociata del Governo siciliano contro il settore della Formazione professionale in Sicilia. Crociata- per inciso- necessaria considerando che il settore si è rivelato un vaso di Pandora, stracolmo di  interessi illeciti, strani intrecci tra politica, editoria e  imprese pubblicitarie, sprechi di fondi pubblici  e chi più ne ha più ne metta.  Una palude sul quale stanno indagando le Procure di varie città siciliane.

Sappiamo anche che il settore è  finito  più di una volta nel mirino della Corte dei Conti siciliana, che in occasione della parifica del Bilancio della Regione, non manca di ricordare,  come finora la Formazione sia servita più ai formatori che agli alunni. Il timore dei sindacati è però, che i costi di questa pulizia, siano scaricati sui lavoratori. In molti rischiano di ritrovarsi per strada, tantissimi ancora aspettano retribuzioni degli anni passati.

Insomma, ci si augura che l’opera di risanamento vada alla radice dei problemi, e non si risolva col licenziamento di massa dei dipendenti, magari lasciando al loro posto i veri responsabili.

In ogni caso, la Regione va avanti e ha annunciato un nuovo dossier, da consegnare ai magistrati. Questa volta, oggetto della denuncia, è il sistema dei subaffitti delle sedi dove si tengono i corsi. A quanto pare, un sistema di scatole cinesi, su cui ci sarà tanto da indagare, che spesso mette insieme gli stessi soggetti fra le cui mani passa lo stesso immobile a prezzi sempre maggiori che l’amministrazione pubblica poi dovrebbe rimborsare. Per questo motivo, a quanto pare,  l’assessorato alla Formazione segnala alla Procura che si è rifiutato di riconoscere le spese per subaffitto della sede dell’Enaip Asaform di Trapani: «Si tratta di subaffitti fra diversi soggetti – si legge nel dossier – riconducibili alla medesima associazione. Si ripropone così lo stesso schema di arricchimento illecito scoperto dalla magistratura di Messina».

Un caso analogo è stato riscontrato anche a Catania per la sede dell’Efal e in numerosi altri enti.

 

Antonella Sferrazza

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