La storia ce lha raccontata un gruppo di dipendenti della formazione professionale. E, a dir la verità, quando ce lhanno raccontata non ci credevamo. Poi, però, ci siamo dovuti arrendere allevidenza dei fatti. Siamo andati a verificare e abbiamo preso atto che, proprio mentre il Governo regionale firmava gli accordi con Enti formativi e sindacati per velocizzare i pagamenti dei circa 10 mila lavoratori del settore, proprio mentre annunciava il crono programma per spendere velocemente i fondi europei, lo stesso Governo avviava il trasferimento degli uffici dellassessorato regionale alla Formazione professionale.
Ovviamente, parliamo della sede di Palermo. Che, da via Ausonia, è stata trasferita in Corso Calatafimi. Il trasferimento, per la cronaca, è iniziato lo scorso 18 giugno. Da allora ad oggi non è stato completato.
Lunico servizio che è rimasto attivo nella sede di via Ausonia è quello relativo al pagamento delle retribuzioni arretrate del personale. Ma è un servizio che, contrariamente agli impegni assunti dal Governo, non è stato velocizzato, ma procede secondo il paradosso di Zenone: il Governo Crocetta Piè veloce non raggiungerà mai la tartaruga Almeno per quel che riguarda il pagamento delle retribuzioni ai dipendenti de settore, che aspettano, aspettano, aspettano
Ma se si trattasse solo di questo, beh, sarebbe nulla. Cè ancora di tutto e di più. Ci sono i dipendenti che, da quasi venti giorni, non sanno letteralmente cosa fare. Con lentezza esasperante sono state trasferite scrivanie e sedie. E con altrettanta lentezza sono state sistemate nella nuova sede.
Tutto, lo ripetiamo, senza fretta. Anche perché – e questa è la parte più siciliana di questa storia – nella nuova sede, a distanza di venti giorni, non ci sono ancora linea telefonica e collegamento internet!
Ed è proprio questo che ha fatto incazzare un gruppo di dipendenti regionali. Perché i numeri di telefono risultano sempre gli stessi (e non dovrebbero cambiare). Ma nella nuova sede, come già ricordato, i telefoni non sono ancora in linea. I dipendenti non possono rispondere. E gli utenti, da giorni, vivono nel dubbio che un servizio pubblico possa essere stato interrotto.
Insomma, un trasferimento alla carlona, a cu pugghiu pigghiu: cu cè, cè: Alfiu, Minicu e Tabarè! Dipendenti frastornati in cerca del loro lavoro che vagano da quasi venti giorni nella nuova sede: braccia conserte non per scelta, ma perché costretti dagli eventi.
Ma quello di Crocetta non è lo stesso Governo che, la scorsa settimana, ha tuonato contro i dirigenti incapaci di spendere i fondi europei? Invece, dal 18 giugno ad oggi i dipendenti di questo assessorato hanno accelerato la spesa del Fondo sociale europeo?
Tornando al trasloco, ci sono altre cose che non convincono. Pare che la giovane assessore regionale, Nelli, Scilabra abbia dato disposizione all’ufficio del consegnatario di riservare ai componenti delll’ufficio di gabinetto e alla cerchia di consulenti ed esperti della segreteria tecnica di supporto tre piani della palazzina precedentemente destinata agli ufficiali della Guardia di Finanza. Si parlerebbe di bagni con idromassaggi nella disponibilità dell’assessore e di cucine ben attrezzate e pronte all’uso.
Ci rifiutiamo di pensare che si possano arredare uffici, seppur di rappresentanza, con superflui arredi. Eppure, secondo indiscrezioni raccolte, sembrerebbe che diverse stanze ospiterebbero fino a cinque dipendenti. Insomma, stretti stretti come sarde salate… E poi resta il nodo di alcuni servizi che rischierebbero di restare fuori per mancanza di spazio.
Sì, avete letto bene. Infatti, nel complesso i locali della nuova sede di Corso Calatafimi sarebbero meno capienti di quelli della sede di via Ausonia. Resterebbero fuori, dicevamo, la Ragioneria centrale dell’assessorato al bilancio operante presso la sede di via Imperatore Federico insieme ai servizi della pubblica istruzione.
Infine il servizio gestione continua a operare nei locali di via Ausonia e prima o poi dovrà trasferirsi nella nuova sede. Un’operazione che nel complesso non si capisce a chi dovrebbe giovare. Non crediamo che per risollevare le sorti del sistema formativo regionale sai sufficiente destinare interi piani agli uffici di diretta collaborazione dell’assessore. Serve molto, ma molto di più. Vedremo a cosa ci porterà questo cambio di sede.
Qualche domanda, infine. Il nuovo locale è stato acquistato o preso in affitto? In tutte due i casi cè stata unevidenza pubblica? La Regione ha optato per la migliore offerta? Si spenderà di più o dimeno rispetto alla vecchia sede? Non sarebbe stato logico trasferire gli uffici in un locale confiscato alla mafia, visto che ce ne sono tanti non utilizzati?
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