Dal 18 giugno scorso è iniziato il trasferimento della sede del dipartimento regionale della Formazione professionale. Da via Ausonia, gli uffici sono stati trasferiti in Corso Calatafimi (ovviamente, parliamo di Palermo). Da allora od oggi quasi tutti i dipendenti di questa branca dellamministrazione si trovano nellimpossibilità di lavorare (con leccezione di un gruppo che è rimasto nella vecchia sede di via Ausonia).
Il perché labbiamo scritto più volte: perché la nuova sede, benché operativa (o quasi) da venti giorni, non ha ancora attivato né le linee telefoniche, né il collegamento internet. Così i dipendenti aspettano Godot
Nei giorni in cui iniziava il trasferimento della sede del dipartimento della Formazione professionale, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, firmava un accordo con le associazioni degli Enti formativi e con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, impegnando il Governo ad effettuare i pagamenti arretrati ai dipendenti del settore entro il 30 giugno. Impegno rigorosamente non mantenuto.
Ma la notizia, oggi, non è questa. La notizia è che, a fronte di un servizio che è stato interrotto, tra i 90 parlamentari dellArs non ce nè stato nemmeno uno che si è posto una semplice domanda: che cosa sta succedendo?
Se cè ancora qualcuno che nutre dubbi sulla commistione incestuosa tra politici regionali e formazione professionale, beh, può eliminare tali dubbi. Perché il silenzio che sta accompagnando questo disastroso trasferimento è emblematico. Visto che, lo ripetiamo, il settore è praticamente bloccato.
Ci si sarebbe aspettati, almeno dai banchi dellopposizione, uninterrogazione o uninterpellanza. Anche per rinfacciare al presidente della Regione, Crocetta, una contraddizione: la promessa, da un lato, di velocizzare la spesa dei fondi europei; e, dall’altro lato, il contestuale blocco del dipartimento della Formazione professionale, che oggi opera con il Fondo sociale europeo. Invece, nulla. Silenzio su tutta la linea. Anzi, silenzio da tutti i parlamentari dellArs.
Ma cè di più. Gli uccellini ci hanno sussurrato che, in questi giorni, alcuni parlamentari dellArs si sono recati a visitare la nuova sede del dipartimento. Ed è anche logico: dovendo lavorare con la formazione professionale, visto che alcuni di loro sono interessati al settore, se non direttamente proprietari di società che operano con i corsi, sono andati a vedere i nuovi uffici che li vedranno impegnati nei prossimi anni…
Casa e putia, direbbero gli amanti della lingua siciliana…
Bella la politica siciliana, no? Da venti giorni un settore strategico dellamministrazione regionale è bloccato e i parlamentari, invece di interrogarsi su quello che sta succedendo, ci bagnano il pane Altro che interrogazioni e interpellanze: piatto ricco mi ci ficco…
Tra laltro, non è nemmeno chiaro se questo trasferimento – trattandosi di un soggetto pubblico (la Regione) che affitta un bene immobile da un privato – sia stato preceduto da unevidenza pubblica.
In genere, levidenza pubblica dovrebbe mettere la pubblica amministrazione nelle condizioni di scegliere lofferta più conveniente. Anche su questo punto la curiosità dei 90 califfi dellArs è pari a zero.
Non cè da stupirsi: anche rispetto al sistema Giacchetto la curiosità della politica siciliana era pari a zero. Su certi argomenti, in Sicilia, gli unici curiosi sono i magistrati e i giudici della Corte dei Conti.
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