Il Governo regionale dimentica i 650 lavoratori nei mesi scorsi licenziati dagli Enti formativi? Esaminando quanto accaduto finora, parrebbe proprio di sì. In tutte le riunioni delle scorse settimane volte a trovare soluzioni alla vertenza sulla formazione professionale, nessuna iniziativa o soluzione pare essere stata individuata dallamministrazione regionale in favore del personale licenziato.
Si tratta di dipendenti assunti dagli enti formativi cosiddetti storici con contratto a tempo indeterminato prima del 31 dicembre 2008 e licenziati in applicazione della procedura prevista dagli articolo 4 e 24 della legge n.223 del 23 luglio 1991. Lassessore al ramo, Nelli Scilabra, sul punto è rimasta finora in silenzio.
Il quadro sembra essere destinato a peggiorare in virtù della scelta dellesecutivo di finanziare la seconda annualità dellAvviso 20/2011 con le risorse del Piano giovani, priorità 3, che stanzierebbe 220 milioni di euro. A tale cifra, che si discosta già dai 286 milioni destinati dal precedente governo per finanziare la prima annualità del citato Avviso, il Governo ha deciso di apportare un ulteriore taglio del 10 per cento. A conti fatti, gli esuberi dovrebbero attestarsi su quota 300. Il che significa che aggiunti ai 650 già licenziati si toccherebbe allincirca la cifra di mille lavoratori a spasso. Cosa intenderà fare il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, per restituire una dignitosa occupazione ai circa mille lavoratori della formazione professionale toccati dalla spending review?
Al silenzio del Governo fa eco liniziativa del componente della Commissione legislativa Cultura e Lavoro dellAssemblea regionale siciliana, Giovanni Lo Sciuto. Lesponente del Partito dei Siciliani (PdS/Mpa) ha preso posizione sulla vicenda dei licenziati del settore della formazione professionale. Il quadro normativo regionale, ha dichiarato Lo Sciuto, sancisce il principio della tutela dei livelli occupazionali nel settore della formazione professionale.
Il parlamentare regionale del PdS/Mpa, ha sottolineato come il Governo regionale abbia il dovere di trovare adeguata soluzione al ricollocamento lavorativo degli operatori della Formazione professionale licenziati nei mesi scorsi da diversi enti, tra cui Cefop e Anfe, nonostante siano in vigore norme regionali di tutela e garanzia occupazionale previste per il settore.
Al presidente della Commissione Cultura e Lavoro chiederò, nei prossimi giorni, ha precisato Lo Sciuto, di invitare i rappresentanti del governo regionale e dellamministrazione attiva a riferire sulla vicenda, che presenta pesanti implicazioni sociali e umane. Secondo il punto di vista del parlamentare trapanese, una regione come la nostra, che conta la più alta percentuale di disoccupati tra tutte le regioni italiane, non può permettersi ulteriori perdite di posti di lavoro. Le risorse si possono e si debbono trovare.
Chiederò allassessore Scilabra, ha aggiunto il componente della commissione Lavoro, che si dia attuazione alle disposizioni contenute nella legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 e nella legge regionale n.25 del 1 settembre 1993 e successive modifiche ed integrazioni. Per Lo Sciuto non è sufficiente laggiornamento dellAlbo, a tale strumento vanno affiancate misure transitorie di sostegno al reddito per i licenziati e gli esuberanti, anche attraverso specifici progetti di riqualificazione professionale e successiva ricollocazione.
A chiarimento, lesponente allArs del PdS/Mpa, precisa che si rende necessario una immediata soluzione lavorativa anche in virtù della revoca della deliberazione di giunta regionale n.350 del 4 ottobre 2010, contenuta nella Proposta di deliberazione di giunta regionale in materia di programmazione delle attività e semplificazione amministrativa nel settore della formazione professionale sottoposta, nei giorni scorsi alle parti sociali dallassessore Scilabra.
È opportuno ricordare che al punto 4 della citata delibera di giunta n.350 è disposto quanto segue: il personale che risulterà in esubero potrà essere utilizzato nelle istituzioni scolastiche e universitarie, nei Servizi per lImpiego, o presso altra amministrazione o istituzione che dovesse farne richiesta.
Un eventuale provvedimento di revoca comporterebbe lavvio di una nuova fase concertativa tra Governo regionale e parti sociali per individuare un percorso di ricollocamento degli esuberi e dei licenziati. La proposta di Lo Sciuto va proprio in tale direzione e cioè salvaguardare i circa mille licenziati con lassunzione di impegni precisi seguiti da atti amministrativi vincolanti per il governo regionale.
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