Formazione, le mani del Pd sull’Enfap

L’Enfap cambia pelle e cambia posizione sui programmati licenziamenti di parte del personale amministrativo. Almeno così sembrerebbe. Contattati da un referente regionale della Uil scuola, ci è stato riferito che non un solo lavoratore riceverà la lettera di licenziamento. Quindi nessuna procedura di mobilità sarà attivata secondo quanto previsto dagli articoli 4, 5 e 24 della legge 223 del 23 luglio 1991.

Detta così appare una buona notizia per i lavoratori dipendenti, con contratto a tempo indeterminato, dell’Enfap. Ne prendiamo atto. Anche se qualche perplessità rimane. E il dubbio emerge quando si passa “al setaccio” una lettera di convocazione inviata dall”Enfap alle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo nazionale di lavoro. La lettera, datata 13 agosto 2012, richiama l’attenzione delle sul seguente motivo che riportiamo testualmente: “…affrontare la difficile situazione dell’Ente legata alla gestione della Cassa integrazione guadagni in deroga”.

Nella nota, inoltre, l’Ente sottolinea l’urgenza di fissare una data per l’esame della situazione da avviare insieme con i sindacati, nonostante il periodo ferragostano. Quindi, problemi gestionali non più procastinabili. Forse in ballo c’è la copertura degli stipendi di agosto? Stante al contenuto della lettera, l’Enfap dovrebbe averne di fretta a confrontarsi con gli amici sindacalisti. E di quali questioni si dovrebbe dibattere nell’incontro?

Noi avanziamo la nostra ipotesi, che è una delle tante possibili. Per carità, non vi è alcuna ambizione di considerarla come vera. Ma riteniamo abbia qualche fondamento. Il recente protocollo d’intesa siglato dal duo Anna Corsello, dirigente generale dipartimento regionale Lavoro, e Ludovico Albert, dirigente generale dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale, con le parti sociali ha decretato la fine del ricorso all’ammortizzatore sociale nel settore della formazione professionale a partire dal 1^ agosto 2012.

Certamente, questa imprevista novità ha modificato i programmi di tanti Enti formativi. Compreso dell’Enfap. L’Ente, che attraverso l’ex proprietà si è affrettato a dichiararci che non ci sono esuberi, cosa farà? Come intenderà pagare i propri dipendenti anche nell’ipotesi di ritardo nell’avvio delle attività d’aula?

Per essere più precisi, permanendo lo stallo dell’Avviso 20/2011, come procederà l’Enfap a far rientrare tutti i propri dipendenti e garantire loro uno stipendio? E perché non lo ha già fatto, dato che l’8 giugno scorso è stato individuato da Albert come la data di inizio delle attività targate Avviso 20/2011?

Dubbi che permangono nonostante le assicurazioni della Uil Scuola. A nostro avviso, ci sono tre strade percorribili.

La prima è quella che riporterebbe Albert a Roma dal ministro Elsa Fornero per incassare ulteriori risorse e rifinanziare la Cassa integrazione in deroga al settore della formazione professionale. Ipotesi in atto da escludere, D’Alema/Fassino/Bersani permettendo.

La seconda ipotesi  quella di riunire i sindacati e, insieme, chiedere al governo regionale (quale poi?) il rifinanziamento dell’articolo 132 della legge regionale n.4 del 2003. E’ la legge che ha istituito e disciplinato il Fondo di garanzia nel settore della formazione professionale collegato alla legge regionale 25 del 1^ settembre 1993 sulla garanzia occupazionale. Una via che appare alquanto difficoltosa, viste le attuali esigue disponibilita’ di bilancio.

La terza strada, la più dolorosa, è il licenziamento attraverso l’applicazione degli articoli 4, 5 e 24 della legge 223/1991. Su quest’ultima eventualità il vertice della nuova proprietà dell’Enfap avrebbe già il consenso sia del dirigente generale del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale, Albert (almeno fino allo scadere delle ferie previste per il 27 agosto 2012), sia dell’assessore regionale alla Istruzione e Formazione professionale, Accursio Gallo.

L’altra verità è emersa già nel nostro precedente articolo sul caso Enfap, pubblicato lo scorso 16 agosto. Verità che si riscontra nel comunicato del 17 agosto pubblicato dalla Uil Scuola nel proprio sito. Trova conferma, cioè, la cessione a titolo definitivo dell’Enfap ad altra società. Società, aggiungiamo noi, nell’orbita del gruppo societario di proprietà di Francantonio Genovese, messinese, parlamentare nazionale del Pd. Operazione voluta dalla corrente “Innovazione” di questo Partito: un’operazione di concentrazione di un potere oligopolistico nel settore della formazione professionale.

Ricordiamo che, in periodi di vacche magre, come l’attuale, la formazione professionale resta uno dei settori più appetibili da chi ha denaro da dovere investire per produrre utili su utili. Che politicamente significa, anche, consenso elettorale.

Riepiloghiamo. Un partito, il Pd, pronto a gestire, già a partire dalla prossima settimana, i fondi pubblici destinati alla formazione professionale. Tutto questo in piana campagna elettorale per le elezioni regionali. Un peso che si farà sentire negli Enti formativi ‘vicini’, se non espressione, dello stesso Pd siciliano: Ial Sicilia, Anapia, Ecap Palermo, Ecap provincia di Trapani, Cooperativa Nuovo Cammino e via continuando. Enti formativi dove operano come dipendenti ben oltre un migliaio di lavoratori.

Tra gli Enti di formazione professionale di recente acquisizione Pd c’è anche, per l’appunto, l’Enfap, che ha ottenuto 13 milioni di euro di finanziamento nell’Avviso 20/2011. Parliamo di un Ente fino ad ieri di proprietà di una organizzazione sindacale. Ente che ha prodotto circa 6 milioni di euro di debiti. Dalla Uil, precisano che la cifra è nettamente inferiore per via dei crediti vantati dall’Enfap nei confronti dell’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale che ne rappresentano una sorta di compensazione. Somme vantate dagli anni passati, ma che l’amministrazione attiva non ha ancora liquidato anche se, pare, già riconosciute.

Pur tuttavia, al di là di questa attesa per ottenere una cospicua parte del denaro necessario ad abbattere i 6 milioni di debiti, l’Enfap resta un boccone ghiotto. Tanto da promuovere, con in cabina di regia il fido pidiellino Albert, la cessione dell’Ente di formazione storicamente nato con la legge regionale n. 24 del 6 marzo 1976.

La cosa che più lascia allibiti è che, a distanza di ventiquattro ore, non ci risultano prese di posizione di sindacati o associazioni rappresentative degli enti formativi sulle dichiarazioni, per certi versi sconcertanti, rilasciate il 16 agosto 2012 al quotidiano www.blogsicilia.it, dell’assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale, Accursio Gallo. L’indignazione di tanti lavoratori, raccolta dalla nostra redazione nelle ultime ore, è il chiaro segnale di una rabbia generalizzata. Lo specchio fedele di tutto ciò che non va nel sistema formativo regionale. Altro che riforma epocale definita da Raffaele Lombardo non più di qualche mese fa!

 

Giuseppe Messina

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