Nuove proteste dei lavoratori a Catania questa mattina. Si tratta dei dipendenti del settore formazione che lavorano per gli enti privati, ma sono legati a stretto giro con la Regione siciliana, perché da questa sono accreditati e quindi finanziati. Il problema per tutti quelli che questa mattina hanno manifestato il loro dissenso davanti alla sede etnea della Regione – palazzo Esa – è il mancato pagamento dello stipendio. Non solo. «Date le continue novità, abbiamo paura di non avere più un futuro dopo tanti anni di servizio», lamentano allunisono quanti erano presenti questa mattina. Diverse le situazioni: qualcuno aspetta da quattro mesi, ma cè anche chi non riceve lo stipendio da oltre due anni.
«Non sappiamo più come fare, a Caltanissetta un collega si è tolto la vita. Che ci provassero loro a vivere senza stipendio e per tutto questo tempo», denuncia una delle lavoratrici, Mariella Biondo. Il pagamento dipende dagli enti, «ma sembra esserci una strana connivenza tra tutti i responsabili che fanno da scarica barile luno con laltro e in mezzo ci finiamo noi e le nostre famiglie», afferma unaltra lavoratrice, Laura. Lo stipendio rappresenta un miraggio per questi lavoratori e spesso accade che non lo ricevano tutto. «Perché, dopo tanto tempo di attesa, ogni tanto ci danno il 60 per cento di sei stipendi? Che senso ha se non per confondere noi e lopinione pubblica?», si chiede Nino Scuderi insieme ai colleghi.
Ci sono anche casi in cui i lavoratori hanno perso il posto di lavoro, ma in qualche modo lente continua a fare attività. «Ero dipendente della Sicilform, ma i responsabili hanno fatto una truffa e allente hanno tolto laccreditamento afferma Paola Barbarino . Se però noi dipendenti siamo stati licenziati e i corsisti hanno perso delle opportunità, non si capisce come faccia lente a lavorare lo stesso e il direttore a camminare tranquillo per strada senza mai avere avuto conseguenze», conclude.
Ci sono anche altre testimonianze, come il caso dellente Cefop. Commissariato perché insolvente, sembra che abbia ricevuto unattenzione altalenante e contrastante da parte dellamministrazione regionale. «Inizialmente dalla Regione era stato dato il via libera alla cessione del Cefop a un altro ente, decisa dai commissari straordinari, che prevedeva anche il passaggio di circa 400 lavoratori su 1220. In seguito hanno fatto marcia indietro e hanno bloccato tutto. I commissari hanno poi fatto ricorso e siamo ancora in attesa», afferma un’altra impiegata, Graziella Sofia.
Il loro futuro sembra essere messo a rischio dalla riforma del settore voluta dal presidente Rosario Crocetta. Si prevede per molti lavoratori il passaggio alle dipendenze del Ciapi, lente di formazione in house alla Regione, ma senza le dovute tutele secondo i lavoratori. «Al momento abbiamo un contratto a tempo indeterminato, in teoria saremmo a posto se ci pagassero, e invece, passandoci al Ciapi saremmo tutti precari con contratti a tempo determinato. È assurdo dopo 30 anni di servizio», afferma Laura Bonifaci, del coordinamento dei Cobas.
Dopo questa mattina, sono già annunciate manifestazioni per mercoledì davanti la prefettura di Catania e venerdì davanti a palazzo dei Normanni, a Palermo.
«Rosario Crocetta e Nelli Scilabra sono due incompetenti, farebbero bene a farsi da parte», concludono i lavoratori e le lavoratrici della formazione regionale.
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