Formazione, lavoratori in protesta alla Regione Vincenzo Figuccia: «Forza Italia è con loro»

«Come spesso è capitato in oltre due anni di governo – sulla formazione professionale siciliana i fatti stanno smentendo le promesse del presidente della Regione siciliana. Rosario Crocetta ha detto e ripetuto che, in questo settore, non avrebbe fatto “macelleria sociale”. Invece abbiamo 4 mila dipendenti licenziati, ai quali se ne stanno aggiungendo altri mille». Così il vice capogruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana, Vincenzo Figuccia, commenta il dramma dei lavoratori disoccupati della formazione professionale dell’Isola che, da oggi, a Palermo, presidieranno Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione, e la sede dell’assessorato regionale al Lavoro, in via Trinacria.

«A chi non sa più come far vivere la propria famiglia non bastano le parole – aggiunge Figuccia -: ci vogliono i fatti concreti. Solo che, di concreto, in questo settore, ci sono solo fatti negativi. Il governo Renzi ha tagliato la cassa integrazione già a partire dall’agosto dello scorso anno. La cassa integrazione che avrebbe dovuto essere assicurata da altre fonti finanziarie è bloccata da una rimodulazione dei fondi europei che tarda ad arrivare e da un debito della Regione con l’Inps pari, si dice, a 43 milioni di euro».

«In tutto questo – sottolinea sempre il vicecapogruppo degli azzurri all’Ars – un pronunciamento del Cga ha messo in luce un errore commesso dalla solita dottoressa Anna Rosa Corsello, che per finanziare il progetto Prometeo ha utilizzato somme che spettavano, di diritto, ad altri soggetti. Un errore amministrativo enorme, non tanto e non soltanto per un probabile danno erariale che qualcuno rischia di pagare, ma perché tutto ciò bloccherà la gestione di Prometeo per chissà quanto tempo, creando i presupposti per farci scippare da Roma anche i circa 35 milioni di questo progetto».

«In queste condizioni – conclude Figuccia – i lavoratori della formazione licenziati hanno tutto il diritto di scendere in piazza. E noi li appoggeremo dentro e, soprattutto, fuori Sala d’Ercole».    

Giulio Ambrosetti

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